Il tema Y è svolto secondo una logica ben precisa, inscritta nella storia stessa del marchio Lancia. A spiegarne il percorso è l’autore stesso, l’ingegner Enrico Fumia, direttore del Centro Stile Lancia dalla fine del 1991, dopo la precedente esperienza alla Pininfarina dove disegnato per il marchio Alfa Romeo la prestigiosa 164 e le sportive Gtv e Spider presentate quest’anno.

“Guardando ai modelli Lancia del passato, abbiamo individuato una serie di stilemi, che potremmo chiamare anche “linee guida”, da interpretare e non da replicare”, dice Fumia. “Alcuni tratti, come l’arco che divide il fianco, erano presenti su vetture come Appia o Ardea, benché in modo diverso; la stessa linea, che ricorda un giavellotto scagliato, è ravvisabile anche sulla Y10 in quel minimo diedro che segna la fiancata”.

In una tavola riassuntiva datata simbolicamente “1939/95”, Fumia ha visualizzato gran parte di questi riferimenti stilistici. “La linea di cintura che scende nella parte posteriore fa rinascere l’ipotesi di parafanghi alari. Nell’anteriore lo stesso effetto è stato ottenuto con due volumi in pianta diversi, ma nella parte dietro avremmo dovuto sacrificare l’abitacolo o allargare troppo la carreggiata.

Sono le linee posteriori a ricreare l’impressione delle “ali” presenti sulle Ardea e le Appia.

A questi due modelli è ispirata anche la ricerca per il frontale”, spiega ancora Fumia, “con il cofano che converge sulla calandra. In questo senso, la Y è meno legata alla Y10, alla quale è, ovviamente, più correlata nella vista laterale, trattandosi in entrambi i casi moderne due volumi”.

Non è una storia controversa quella della piccola Y (nella numerazione in codice dei progetti del Gruppo Fiat, indicata come 840).

Il suo orientamento stilistico è già chiaramente definito nel disegno di concetto iniziale, datato gennaio 1992, in cui Enrico Fumia svolge il tema grafico intorno alla losanga descritta da fari e calandra, scaturita dalla geometria dello scudetto Lancia. Il motivo è riconfermato su tutti i lati della vettura (un’impostazione che l’autore definisce “quadrifrontale”), ripetuto nel taglio posteriore e nella scalfatura che solca la fiancata incorporando il ripetitore dell’indicatore di direzione e la maniglia della porta.

Il modello in polistirolo verniciato che viene realizzato nel marzo seguente sulla base di questo concetto sfoggia una mascherina con l’angolo inferiore meno acuto rispetto al figurino ma sempre triangolare, ispirata agli scudi Lancia del passato e concepita per distinguersi dalle numerose interpretazioni proposte in quel periodo da altri marchi.

Sono presenti due soluzioni che non sopravviveranno allo sviluppo del progetto: un portapacchi integrato nelle molure del tetto, con traversine che si staccano e riposizionano perpendicolarmente (un dispositivo di cui è stato comunque depositato il brevetto) e il tergilunotto carenato nella superficie della scocca; di quest’ultimo si ricorda un’interpretazione analoga nel prototipo di coupé su base Fiat Ritmo realizzato dalla Pininfarina nel 1983, in occasione del Salone di Ginevra, in cui il tergilunotto era alloggiato nello spoiler posteriore.

La prima maquette viene messa a confronto con la Fiat Punto, di cui utilizza il pianale, accorciato di 7 cm, e la Y10. L’impressione è positiva e si procede alla realizzazione del modello di stile che verrà messo in competizione con la proposta dell’I.DE.A. Institute, impegnata sullo stesso briefing. Allo stesso tempo, Mario Maioli, all’epoca coordinatore del design del Gruppo Fiat, chiede che venga realizzato dal Centro Stile Lancia un secondo modello sulla base di un figurino alternativo, con un’impostazione più tradizionale.

E’ la prima proposta Lancia a vincere il confronto a tre, premiando il coraggio dell’originalità formale.

Il modello di I.DE.A. si distingue soprattutto per la soluzione della coda: un portellone nero lucido – reinterpretazione del concetto Y10 – con un grande lunotto posteriore, con una fascia riportata che contiene tutti i servizi, e i gruppi ottici sotto vetro.

Fiancata e frontale sono invece molto “Punto” con mascherina Lancia. Anche la gara per il design interno, avviato pochi mesi dopo, vede in competizione tre proposte, questa volta due dell’I.DE.A. e una del Centro Stile Lancia. E’ di nuovo quest’ultima a prevalere, per esigenze di coerenza stilistica con la carrozzeria a cui si abbina.

“Siamo partiti subito con l’idea di avere una plancia scavata, una specie di contenitore ovoidale ma elegante, sofisticato, con l’inserimento di una fascia rivestita come la selleria, un tocco di originalità e di ricchezza” ricorda Fumia.

“La strumentazione è stata posta al centro per distribuire l’informazione a tutti i passeggeri e per due motivi funzionali: essendo un po’ più lontana, l’occhio richiede una minore accomodazione e la leggibilità del quadro non è mai compromessa dalle regolazioni del volante”. L’evoluzione di plancia e abitacolo prosegue parallelamente a quella degli esterni.

L’articolo continua su Auto & Design n. 95