1510199601_Porsche_BoxsterLe concept car Porsche sono rare come i modelli completamente nuovi presentati dalla Casa di Stuttgart.

Per questo la Boxster, che ha fatto sensazione all’Auto Show di Detroit del 1993, doveva essere qualcosa di più del semplice studio di una dream car per attirare l’attenzione del pubblico. E in effetti lo era, come ben si sa ora.
1510199602_Porsche_BoxsterEppure nel gennaio del 1993 solo la Porsche (e alcuni giornalisti che avevano avuto la possibilità di approfondire l’argomento con Wendelin Wiedekin) era conscia dell’importanza di questa concept car.

Sarebbe ovvio dedurre che, al momento del debutto della concept car Boxster, la Porsche ne avesse già congelato il progetto per un modello di produzione in serie, e invece la vicenda è più complessa.

Dopo un primo periodo di sviluppo parallelo al progetto originale 986 come concept dal design avanzato, è diventata il modello di produzione definitivo dopo la presentazione al pubblico.

Nel marzo 1992, poco dopo la cancellazione dell’ambizioso progetto Porsche di una quattro porte con propulsore V8, il management di Stuttgart aveva impostato una nuova e definitiva strategia per il futuro, che comprendeva due linee di modelli che condividessero quanti più elementi possibile.

Il tipo 986, con motore boxer centrale a 6 cilindri, era più economico, mentre il modello 996, di segmento più alto, era destinato (e lo è tuttora) a sostituire il 911 e doveva adottare la tradizionale architettura a motore posteriore.

Il lavoro sul 986 era iniziato nella primavera del 1992 con un concorso interno di design per la modellatura di due proposte di base a grandezza naturale che si differenziassero nei dettagli, ma il giovane designer Grant Larsson alla fine del 1991 aveva già prodotto alcuni schizzi di una sportiva a motore centrale.

L’idea di Larsson era così avanzata e creativa che i responsabili decisero di svilupparla in una concept car 1:1. Il progetto fu affidato a Harm Lagaay, capo del Design Porsche, che nel 1993 non era ancora in grado di spiegare ad A & D (vedere il numero 78 del 1993) la reale finalità della Boxster, a parte il fatto che a lui piaceva definirla un esempio di “processo di design simultaneo avanzato”.

Ora che il 986 è diventato realtà come vettura di produzione, è chiaro come e perché la Boxster abbia giocato un ruolo così importante e integrato nello sviluppo globale.

All’inizio dello sviluppo del 986 la proposta ancora senza nome di Larsson richiamava decisamente le classiche Porsche 550 e spider RSK, ma mentre il normale processo di design del 986 faceva il suo corso, l’idea “Boxster” di Larsson si andava gradualmente affermando come una sorta di vero e proprio progetto parallelo.

Tuttavia, tenendo sotto controllo ogni importante evoluzione della concept 986, Lagaay riuscì a fare in modo che il design della “Boxster” fosse quanto più possibile aderente a quello del 986.

Man mano che parametri come raffreddamento ad acqua, ergonomia, sicurezza passiva, spaziosità del vano bagagli, strategia dei futuri modelli e sinergia di produzione diventavano d’attualità durante il processo, Larsson e il suo team dovevano adattare la Boxster, il cui nome fu deciso solo alcune settimane prima dello show di Detroit del 1993.

Durante i cinque mesi precedenti il salone, Lagaay non permise che gli altri designer impegnati con i progetti di design “regolare” la vedessero, convinto com’era della purezza delle idee di Larsson. E aveva ragione, visto che la Boxster fu universalmente lodata dopo il debutto di Detroit per la compattezza di forma e dimensioni e per l’originalità degli interni (opera di Stephan Stork).

L’articolo continua su Auto & Design n. 100