2110199801_Alfa_Romeo_166 Dopo il cambiamento culturale espresso con la 156, l’Alfa Romeo continua l’evoluzione della sua immagine di marca con la 166, modello di vertice della gamma. Le due berline sono state disegnate quasi in parallelo e la loro architettura presenta evidenti analogie: linea di cintura alta, vetri contenuti, spalle ampie; entrambe hanno un trattamento delle superfici molto pulito, essenziale.

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“Ma sui fatti iconografici, la 166 è molto diversa”, precisa Walter de’ Silva, direttore del Centro Stile Alfa Romeo. “Il target è molto differente, è una vettura dove ostentare troppo la sportività o portare gli stilemi del frontale all’eccesso non era indicato. Anche l’età media dei clienti è più elevata rispetto alla 156”.

 

La prima fase di ricerca per la sostituta della 164 (“una vettura che non volevamo dimenticare, un oggetto stilistico molto riuscito”, dice de’ Silva) è stata avviata nel 1990. Si trattava però soltanto di una riedizione della berlina disegnata da Pininfarina, come indica la sigla di progetto: “RT”, ovvero restyling totale della 164.

Le proposte stilistiche presentate in questa prima fase (ribattezzata progetto 934/935) sono della Pininfarina e dello stesso Centro Stile Alfa Romeo. E’ quest’ultimo ad uscire vincente dal confronto, ma il management di Fiat Auto – in particolare l’allora amministratore delegato Paolo Cantarella – decide di ripartire da zero per fare una vettura completamente nuova: inizia così il progetto 936, vera genesi della 166. Spunto per il nuovo concetto è un figurino di Wolfgang Egger, designer Alfa Romeo (“il tedesco più italiano che io conosca”, dice de’ Silva).

Il disegno è una libera interpretazione di un coupé Alfa che l’ingegner Cantarella chiede di trasferire sulle dimensioni della futura 166. Cambiano anche i presupposti tecnici, la piattaforma da utilizzare sarà la E, la stessa su cui si basa la Lancia K. Nella primavera del 1993 è pronto il modello di stile che viene messo a confronto, il 6 maggio, con le proposte di due nuovi concorrenti, Bertone e Italdesign.

Eliminata la proposta del primo, una seconda presentazione con il modello dell’Italdesign vede prevalere definitivamente la soluzione del Centro Stile Alfa Romeo e nel maggio 1994 lo stile della 936 viene congelato. Gli affinamenti dei particolari sono proseguiti nei mesi seguenti. “E’ una vettura in cui la cura del dettaglio è stata quasi maniacale e in questo siamo stati molto appoggiati dal management”, dice Mario Favilla, responsabile dell’advanced design e delle pubbliche relazioni del Centro Stile Alfa Romeo.

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