Erano tutte sullo stand Mazda allo scorso salone dell’auto di Tokyo. In successione cronologica fino ad arrivare all’ultima nata, che era anche una delle concept car più guardate della kermesse. Nagaré, Ruyga, Hakaze (A&D n° 163), e ora Taiki, che segna il culmine di 12 mesi di concept car che il marchio giapponese ha chiuso con il salone di casa.
La prima fu presentata a Los Angeles nel novembre 2006, la seconda a Detroit nel gennaio e la terza a Ginevra a marzo 2007. Dopo una pausa di riflessione di alcuni mesi, la Taiki rappresenta una sintesi di tutti i temi esplorati, nella veste di sportiva estrema amica dell’ambiente.
Il primo concetto che Atsuhiko Yamada, manager e chief designer dello studio di Advanced Design Mazda di Yokohama, ha sottolineato quando lo abbiamo incontrato accanto alla vettura a Tokyo, è il carattere empirico, molto concreto con cui si sono svolte le fasi di studio per identificare il tema principale:
«Il nostro lavoro in questi anni si è svolto attorno all’idea del flusso, e dei temi stilistici legati alle sue varie forme. L’acqua, l’aria ma anche le placche della crosta terrestre, tutto si muove secondo flussi, che hanno contorni, dinamiche e velocità ben diversi tra loro. Per la Taiki, che significa atmosfera in giapponese, l’elemento di partenza è stata la forma dei flussi d’aria. Ho chiesto al team di dare delle vere dimostrazioni, delle rappresentazioni tangibili di un elemento altrimenti invisibile».
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