Che automobile verrà dopo la devastante crisi finanziaria che ha sconvolto gli equilibri sociali e produttivi che nel bene e nel male avevano gestito quel “fragile vaso di coccio” che è il mondo, come lo aveva definito George Bernard Shaw? Un vaso talmente fragile da cadere in pezzi quando passava nelle mani di maldestri dilettanti della politica. E ciò, nella storia del mondo, accadeva spesso.

«Per fortuna c’era sempre qualche “professionista” che pazientemente rimetteva insieme i pezzi del vaso».

Il “vaso” questa volta è così frantumato e la scena così priva di veri taumaturghi capaci di riattaccarne i cocci, che nessuno è in grado di stabilire con certezza quando e come il mondo potrà riprendere il suo normale cammino.

Quella automobile nuova e diversa che tanto si auspica, putroppo non è vicina né si riesce a darle una qualsiasi sembianza certa, formale e tecnica. Ciò malgrado che le idee di coloro che gestiscono l’immagine e la riproduzione dell’auto siano chiare e, nei limiti dei poteri di ciascuno, illuminate da un’incrollabile fiducia in un profondo rinnovamento e in un’altrettanto rapida ripresa.

«Questo momento – essi dicono – è da considerare una grande opportunità». Questo il leit motiv dell’indagine condotta da Robert Cumberford tra i più importanti responsabili del design mondiale. Leggetela. Poi, se nella vostra mente affiorano ipotesi realistiche, scriveteci. La prossima edizione di A&D le pubblicherà.

Uscire dai paradigmi obsoleti, creare più integrazione tra stilisti e tecnici, cogliere idee alternative dai settori non automobilistici, affrontare problematiche rimandate per troppo tempo. Sono alcuni dei pensieri dei designer internazionali al tempo della Crisi, raccolti da Robert Cumberford per Auto & Design durante lo scorso salone di Detroit. Dagli americani Ed Welburn e Freeman Thomas agli esponenti dei grandi gruppi tedeschi, Gorden Wagener, Chris Bangle, Adrian van Hooydonk e Gert Hildebrand, Walter de’ Silva, Wolfgang Egger e Luc Donckerwolke, agli italiani Lorenzo Ramaciotti e Giorgetto Giugiaro, ai francesi Jean-Pierre Ploué e Patrick Le Quément, sembrano tutti d’accordo: come sintetizza Giugiaro, «la forza delle idee sconfiggerà la crisi».

L’articolo continua su Auto & Design n. 175