«E’ la concept car più vicina al modello di serie che abbiamo mai realizzato in Jaguar», premette il direttore del design Ian Callum raccontando come è nata I-Pace, la vettura che anticipa la prima auto elettrica della storia Jaguar, in arrivo sul mercato nel 2018. «L’esterno è al 97 per cento la vettura finale, cambieranno solo alcuni dettagli. Abbiamo iniziato a lavorare al progetto circa due anni e mezzo fa: da allora, tutti fanno dichiarazioni su nuovi modelli elettrici e abbiamo quindi deciso di fare una versione concept, esempio tangibile del nostro lavoro».

Un progetto che Callum non esita a definire entusiasmante in virtù della base meccanica inedita, con il pianale “skateboard” in cui sono alloggiate le batterie che danno energia ai due motori elettrici capaci di generare 400 CV di potenza e una coppia istantanea di 700 Nm. «Ci ha consentito una grande libertà nel disegnare la forma che ci sta sopra, non essendoci più l’ingombro di un motore con la trasmissione. La scelta del Suv ad abitacolo avanzato era una bella sfida, ci pensavamo da tempo e finalmente abbiamo potuto disegnarlo senza dover seguire le regole tradizionali».

Sono nate così le proporzioni insolite della I-Pace, con un volume frontale contenuto, una coda alta sovrastata da un lunotto molto angolato e un abitacolo spazioso posizionato tra i due assali della vettura, quasi come in una sportiva a motore centrale. I richiami alla coupé C-X75 (concept car presentata a Parigi nel 2010, un progetto cui Callum è molto legato) sono in effetti evidenti. «Con la I-Pace, la rivoluzione non è nel linguaggio formale quanto nel profilo, reso possibile dalla trazione elettrica. Ero determinato a creare un design che riflettesse questo cambiamento nella meccanica».

La coerenza con gli stilemi del marchio si apprezza in particolare nel frontale con la tipica calandra Jaguar, «volutamente familiare e riconoscibile, ma mai identico, come su ogni nostro modello», prosegue Callum. «Qui il volume anteriore è più corto e doveva esprimere potenza: ecco perché vi si innestano le forme muscolose dei parafanghi, è come se le ruote grandi volessero emergere». L’aria di famiglia si percepisce anche nella linea sportiva del tetto, resa ancora più energica dallo spoiler che assolve a una importante funzione aerodinamica – uno dei temi, quest’ultimo, che ha visto una stretta collaborazione tra designer e ingegneri, e che ha portato ad un Cx di 0,29, ragguardevole per una vettura a coda così alta e lunga in totale 4,68 m.

L’abitacolo, realizzato sotto la guida del responsabile dell’interior design Alister Whelan, ha tratto grande vantaggio dalla nuova architettura. «Avevamo a disposizione tutto lo spazio che volevamo, così abbiamo potuto spostare le sedute in avanti, ottenere cinque posti veri senza l’ingombro del tunnel centrale e un bagagliaio molto capiente», spiega ancora Callum. Un po’ meno vicino alla I-Pace di serie rispetto all’esterno (in particolare, le sedute e i materiali di rivestimento sono ancora da show car), anche l’interno presenta comunque temi che andranno in produzione, come il “loop” della consolle centrale che crea un vano aperto per i piccoli oggetti, oppure il grande schermo centrale TFT da 12”, «anche se non rinunceremo ad un mix con comandi analogici, per alcune funzioni sono più funzionali e sicuri».

Con I-Pace si apre quindi una nuova era non solo per il marchio Jaguar (seguiranno altre vetture elettriche, non con un “sub-brand” ma integrate nella gamma, come indica il nome stesso I-Pace), bensì per il design stesso.

Articolo completo su Auto&Design n. 222