Osterman è un ingegnere informatico. Alla Volkswagen a Wolfsburg è il capo del virtual engneering lab, uno dei sei laboratori virtuali che operano appunto nella città dove ha sede l’azienda, a Berlino a Monaco e anche a San Francisco. L’ultimo laboratorio aperto è a Barcellona. In questi laboratori gli specialisti di Volkswagen lavorano per sviluppare le tecnologie per un futuro digitale con istituzioni di ricerca e diverse partnerships.

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L’ingegnere sta indossando “HoloLens”, visori di realtà aumentata, che proiettano contenuti virtuali tridimensionali con i quali il soggetto può interagire attraverso alcuni gesti e comandi vocali. Basta che Ostermann punti il dito e il viore proietta un diverso colore sulla Golf o la equipaggia con cerchi diversi.

«In Volkswagen abbiamo utilizzato la realtà aumentata e la realtà virtuale per qualche tempo, soprattutto per ottenere una visione tridimensionale. Ora però stiamo compiendo un passo ulteriore grazie al lavoro del virtual engineering lab. Stiamo trasformando questa tecnologia in uno strumento per lo sviluppo tecnico dell’auto. Questo permetterà agli ingegneri di lavorare su un veicolo virtuale, cambiare i suoi equipaggiamenti a piacere e persino disegnare nuovi componenti in maniera virtuale. Questo è un grande vantaggio perché saranno in grado di vedere i risultati del loro lavoro immediatamente. Stiamo lavorando, a stretto contatto con i nostri colleghi del centro di sviluppo tecnico, per i primi concept realizzati in virtuale», ha detto Ostermann. Il motivo di tutto ciò è semplice. La realtà aumentata fa risparmiare tempo e denaro, ogni step del processo di disegno e progettazione può essere fatto meglio e in minor tempo.