Ogni nuova Jaguar provoca una vera e propria sensazione. Le persone di una certa età ricorderanno l’interesse suscitato nel 1961 dalla XK E-type al Salone di Ginevra.

Il lancio della XK8 passerà alla storia come un’altra pietra miliare per la casa di Coventry, in un mondo che è oggi molto più competitivo e in un ambiente industriale totalmente cambiato, e non soltanto per il fatto che Jaguar è ora proprietà della Ford, che controlla anche l’Aston Martin, l’altro costruttore britannico di vetture sportive.

Durante la presentazione ufficiale la XK8 ha riscosso ampi consensi, ma ha anche ricevuto una buona dose di critiche a causa della chiacchierata origine del suo design, e a ragione, dal momento che rivela una certa somiglianza con la Aston Martin DB7 lanciata tre anni fa.

La risposta ufficiale della Jaguar a queste osservazioni è un deciso “no comment”, ma è evidente che la questione è stata oggetto di discussione dietro le quinte. Negli anni `80, prima che la Ford ne assumesse il controllo, la Jaguar aveva lavorato a un’erede della XJS, conosciuta internamente come progetto F-type, che fu accantonata quando la Ford assunse la direzione e si vide costretta a tagliare i costi.

Alla fine del decennio la Aston Martin aveva assolutamente bisogno di una sportiva innovativa e meno esclusiva, perciò la Ford consentì a Tom Walkinshaw di progettare una nuova vettura sulla piattaforma della Jaguar XJS e su uno dei suoi più recenti motori a 6 cilindri in linea. Il design della carrozzeria della DB7 fu affidato a Ian Callum.

Finalmente, alla fine del 1991, la Ford diede il benestare alla progettazione dell’erede della Jaguar XJS, che per motivi di risparmio doveva basarsi su una piattaforma molto rielaborata di quest’ultima anziché sull’F-type, scartata ma più moderna.

Pur essendo inutile analizzare le analogie stilistiche della DB7 e della nuova XK8, è evidente che le due vetture sono state elaborate sulla base di vincoli strutturali pressoché identici. Come sostiene al riguardo il responsabile dello stile Jaguar Geoff Lawson: “Tutte le somiglianze sono superficiali, ma posso assicurarvi che una Jaguar è sempre una Jaguar, e che la XK8 esprime questo feeling sotto tutti gli aspetti”.

Il cinquantunenne Lawson ha diretto il progetto XK8 in condizioni tutt’altro che facili. Negli ultimi anni ha dovuto ridurre da 28 a 18 il numero dei collaboratori, e il marchio Jaguar è entrato a far parte del Vehicle Center 3 (auto di grandi dimensioni a trazione posteriore) di Dearborn.

Alla direzione del Design Centre è stato chiamato Manfred R. Lampe che aveva condotto come project manager per il design il progetto Mondeo. Lo studio di design Jaguar si trova presso il centro tecnico della Casa a Whitley, vicino a Coventry.

Qui il team di Lawson aveva realizzato gli schizzi preliminari per il cosiddetto progetto X100 verso la fine del 1991, quando fu decisa la costruzione di quattro modelli in argilla a grandezza naturale.

In questa fase decisamente cruciale del processo furono presi quattro diversi indirizzi. Il primo fu la forma evolutiva, che si ispirava decisamente ai modelli E-type e D-type e alla più recente XJ200, mentre la seconda proposta, assolutamente rivoluzionaria, rompeva con la tradizione.

Fu quindi scelto un tema evocativo, giustificato dal successo duraturo della XJS, e infine fu messo alla prova un tradizionale concetto Grand Touring.

L’articolo continua su Auto & Design n. 98