Il cambio di passo è epocale. Dal 2030 Volvo venderà soltanto auto puramente elettriche, alimentate da batterie più efficienti e dotate di sistemi di assistenza alla guida d’avanguardia nell’obbiettivo “zero collisioni”, fondamentale per un marchio da sempre votato alla sicurezza. Per un’evoluzione di questa portata ci voleva uno statement forte anche da parte del design e il team guidato da Robin Page non attendeva altro: ecco quindi la Concept Recharge, svelata il 30 giugno scorso in occasione del workshop Tech Moments con cui Volvo Cars ha presentato il proprio futuro tecnologico.

La piattaforma su cui si basa questo accattivante studio di design è del tutto inedita, benché già pronta ad accogliere la nuova gamma di Volvo elettriche pure. Ad iniziare dal modello che succederà alla XC90, di cui per ora si sa soltanto che cambierà nome. Di certo però, saranno molte le analogie con la Concept Recharge ed è proprio dal pianale con le sue batterie che tutto ha avuto inizio: «In un Suv tradizionale, il pavimento poggia sui componenti della trasmissione e la silhouette si forma intorno al motore. Qui, invece, grazie al pavimento piatto posizionato sulle batterie abbiamo potuto realizzare un vero salotto scandinavo, contenendo l’altezza, allungando il passo, riducendo gli sbalzi e spostando molto in avanti il montante anteriore».

Nonostante le inconsuete proporzioni della nuova architettura, che Page non esita a definire «il primo vero cambiamento per il mondo dell’auto dopo molto tempo», la Concept Recharge è inequivocabilmente una Volvo, seppure in assenza della calandra. «Non è necessaria e anziché inserirne una finta abbiamo optato per quello che chiamiamo scudo, un elemento che ci consente una scultura più pronunciata rispetto all’utilizzo di sole grafiche. Le prese d’aria ci sono, ma posizionate là dove servono, in basso e alle estremità», spiega T. Jon Mayer, capo dell’exterior design Volvo.

L’efficienza aerodinamica è fondamentale per un’auto elettrica e questo spiega le superfici filanti della Concept Recharge, coadiuvate dalla linea discendente del tetto e dal design specifico dei cerchi ruota. L’occhio vigile del Lidar è invece una protuberanza volutamente visibile sulla sommità del parabrezza, «per celebrare in un certo senso la missione “collisioni zero”, siamo un marchio leader nella sicurezza da decenni», dice Page. Come per l’esterno, anche nell’abitacolo le sculture dei volumi sono ottenute per sottrazione anziché per sovrapposizione di strati, secondo un minimalismo scandinavo di grande gusto estetico.

«La filosofia scandinava ha guidato anche il progetto dell’interfaccia digitale, che doveva essere intuitivo, non stressante e sicuro nell’interazione», dice Tomas Stovicek, capo dell’UX. Il suo team ha lavorato a Göteborg conducendo numerosi test e avvalendosi della collaborazione del Volvo Cars Silicon Valley Tech Center di Sunnyvale (anche il design degli esterni ha avuto un apporto californiano, ma in questo caso del Design & Concept Center di Camarillo, guidato fino allo scorso aprile da T. Jon Mayer). «Tutte le grafiche, chiare e riconfigurabili, sono state disegnate “in-house” per essere sicuri che si armonizzassero con l’ambiente», aggiunge Stovicek.

«Si tratta sempre di un grande lavoro di squadra e di affinamento continuo», osserva Lisa Reeves, capo dell’interior design Volvo, a proposito della collaborazione con il team UX nonché con il Color & Materials, di cui si è occupata Sara Erichsen Susnjar. Legno, lino, “wood wool”, cellulosa: i materiali sono di origine vegetale, come vuole la tendenza attuale – ma non è solo moda, i rivestimenti in tessuto al posto della pelle fanno risparmiare 4 kg di peso, precisa Page. Persino le modanature esterne sono realizzate con fibre di lino anziché di plastica. Anche questo è design scandinavo, che non si limita a minimalismo e tinte chiare, spiega Sara Erichsen Susnjar: «È calore, forma e funzione. Viviamo in prossimità della natura, per questo Volvo ha sempre usato materiali naturali. Il legno e il lino in particolare hanno un’impronta ecologica molto bassa, ma non ci fermiamo alle superfici, vogliamo disegnare ogni elemento in modo sostenibile». Il futuro non è solo questione di elettricità: la prima fonte di ispirazione per Volvo è la natura.

(Articolo completo in A&D n. 250)