La BMW AVT del 1981 rimane ancora oggi uno dei più misteriosi veicoli concept BMW. Le informazioni disponibili sulla sua storia sono scarse, ma questo non la rende meno interessante. Al contrario, questo prototipo ultra-futuristico non guidabile ha un ruolo tutto suo nella storia del design e dell’ingegneria BMW. Costruita a scopo pubblicitario in occasione dell’apertura della nuova galleria del vento di BMW presso l’impianto di prova di Ismaning/Aschheim nel 1980, la BMW AVT si basava sui recenti sviluppi nel settore, che ponevano sempre più l’accento sull’aerodinamica per ridurre il consumo di carburante dopo le crisi del 1974 e del 1979. Il modello in scala reale venne realizzato da BMW Design in collaborazione con gli esperti di aerodinamica di BMW, creando un “concept vehicle” davvero unico che probabilmente non potrebbe avere discendenti su strada al giorno d’oggi, ma rimane comunque incredibilmente importante per la storia del design e dell’ingegneria di BMW.

La BMW ICE, ovvero Integrated Concept Engineering, venne progettata nel 2004 dallo studio BMW Designworks USA, con sede in California, guidato da Eric Goplen. Il prototipo marciante, tuttavia, venne costruito da BMW a Monaco di Baviera. Il modo migliore per descrivere questa robusta coupé sportiva a due porte è come una Sports Activity Coupé (SAC), un veicolo compatto multiuso, perfetto per le esigenze del disinvolto stile di vita californiano dei primi anni 2000. Montata su quattro grandi ruote, combinava la trazione integrale della futura BMW X5 con gli interni di una BMW Z4 Roadster, racchiusi in un design ispirato ai cross-over che rimanda soprattutto all’iterazione contemporanea della serie BMW X4. E, in effetti, guardando la BMW ICE, si possono notare elementi che, come si può ben immaginare, oggi sarebbero un successo; soprattutto la sportività del suo design e dell’abitacolo, che maschera un veicolo capace di portare chiunque sogni la California ovunque voglia andare.

La BMW ZBF Serie 7 del 1996, invece, ha un aspetto molto più sofisticato. Come una vera limousine di lusso, allude pesantemente alla futura esclusività ed eleganza della Serie 7 e infatti ZBF sta per zukünftige BMW Familie ovvero “futura famiglia BMW”. Come prototipo, venne progettata come elemento di una possibile famiglia di berline BMW, con il leggendario designer Joji Nagashima che lavorava sulle Serie 3, 5 e 7. La BMW ZBF introduceva tecnologie e caratteristiche che presto avrebbero reso la Serie 7 un successo con estimatori in tutto il mondo; per citarne alcune, vediamo un elemento di controllo posizionato centralmente che ricorda il controller iDrive introdotto sulla 2001 BMW Serie 7, telecamere negli specchietti e maniglie delle portiere a filo, anche se le ultime due non hanno mai trovato la loro strada nella produzione di serie.

La BMW 2K2 prese il suo nome da una delle BMW più leggendarie mai costruite, la BMW 2002. In questo modo, la creazione di questa berlina sportiva a due porte e quattro posti rappresenta un ritorno alla BMW che ha preceduto la Serie 3. Originariamente prevista per il lancio nell’anno 2002, la BMW 2K2 fu un vero e proprio training per ingegneri e designer che lavoravano a un ritmo incredibilmente veloce in piccoli team e a ranghi serrati per rendere la produzione reale fattibile. Vennero impiegate nuove tecnologie e la BMW 2K2 divenne la prima BMW in assoluto realizzata nella sua fase iniziale di design e ingegneria interamente con strumenti digitali, tra cui forme 3D e strumenti di progettazione virtuale. Questo consentì ai suoi creatori di iniziare a lavorare nel 1997 e di presentare un prototipo realizzabile solo 18 mesi dopo, nel 1999.