Chiamarla “piccola” suona quantomeno riduttivo. Certo, di fatto si tratta della sorella minore della Murciélago, ma con i 500 CV di potenza erogati dal motore cinque litri V10, il telaio space frame e la scocca in alluminio basati su una tecnologia d’avanguardia, la Gallardo è una sportiva ad alte prestazioni di tutto rispetto.

« Abbiamo lanciato il progetto nel 1999, richiedendo una proposta di stile all’Italdesign Giugiaro», racconta Luc Donckerwolke, direttore del design Lamborghini e autore delle linee della sorella maggiore Murciélago.

Ricorda Fabrizio Giugiaro, responsabile del progetto L140 (nome in codice della Gallardo): «Ci era stato assegnato un tema molto libero, che ci chiedeva semplicemente: “come vedete una nuova piccola Lamborghini?”. Doveva essere un modello molto innovativo, che rispettasse la storia del marchio».

Il musetto corto, con il parabrezza molto avanzato, simile a una forma a goccia spinta in avanti, rappresentano la tipica architettura Lamborghini, che la Gallardo interpreta con molta personalità. La vettura ha però cambiato “volto” a Sant’Agata Bolognese, come fa notare Donckerwolke. «La proposta di Italdesign era molto interessante. Naturalmente è sempre importante gestire l’immagine di marca direttamente».

Anche la parte posteriore e il fianco hanno subito affinamenti e modifiche rispetto al modello in gesso 1:1 consegnato (insieme a una maquette d’interni) dall’Italdesign. «Quando si modifica un aspetto – commenta Donckerwolke – bisogna poi intervenire su altri elementi di conseguenza. Inoltre, il progetto doveva rispondere ai requisiti di qualità Audi e all’integrazione dei componenti carry over».

Un aspetto, quest’ultimo, gestito con grande maestria. Nulla di ciò che si vede o si tocca è riconoscibile come derivato dal gruppo Volkswagen.

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