Togliere il superfluo per aggiungere valori, sfuggire all’omologazione per offrire più semplicità, confort ed efficienza. Ma soprattutto, avere il coraggio di innovare. E’ un progetto denso di concetti e contenuti quello della C4 Cactus, e per comprenderlo più a fondo abbiamo incontrato al Centre de Création PSA di Vélizy Alexandre Malval, direttore del design Citroën, e Mark Lloyd, design manager. La vettura è appena stata svelata ufficialmente, mantenendo le promesse fatte dalla versione concept vista nel settembre scorso a Francoforte: pochissimi i cambiamenti, mentre sono stati portati in produzione proprio quegli elementi che parevano più da showcar, come gli Airbump (l’inserto morbido che protegge e caratterizza le fiancate), l’airbag del passeggero alloggiato nel padiglione e le due sedute anteriori raccordate in un unico divano.

«Dagli anni Novanta in poi, le auto sono diventate sempre più grandi e pesanti perché a bordo si è continuato ad aggiungere dotazioni, spesso non utilizzate», osserva Malval raccontando le origini del progetto C4 Cactus. «Alcuni anni fa abbiamo allora avviato uno studio sugli stili di vita, l’evolversi della società, le nuove domande degli utenti cui occorreva dare risposta». Dopo una prima C-Cactus Concept svelata nel 2007, Citroën ha portato avanti il progetto E3 basato sulla Piattaforma 1, per una vettura di serie di segmento C meno estrema – il pubblico non sarebbe stato pronto a rinunciare del tutto alla plancia, spiegano i designer – ma non meno controcorrente. «In molti rimpiangono la vita di una volta, meno complessa. Una richiesta che noi intendevamo riprendere in senso evolutivo, integrando quanto di positivo ed apprezzato c’è nel mondo di oggi», spiega Mark Lloyd citando la telefonia mobile tra i riferimenti: «Vincono i sistemi semplici, efficienti, inclusivi nell’offerta di servizi in modo da non doverci più pensare una volta attivati».

Secondo punto: la dimensione domestica, la ricerca di nuove emozioni apportate dai codici estetici di altri universi formali, dall’arredamento all’architettura, al design di prodotto. E non solo nella scelta dei materiali, caldi e accoglienti: l’intero progetto dell’interno (condotto dal team di Andreas Stumpf, interior design director) è infatti alla base del carattere stesso della C4 Cactus. Malval ne racconta l’approccio atipico, a partire dalla plancia: «Abbiamo tirato fuori tutto ciò che contiene e l’abbiamo ridisegnata con un profilo più basso e sottile su cui siamo andati a posare come su un mobile i componenti indispensabili, con un grande cassetto tipo scrittoio che si apre davanti al passeggero».

Cambia il rapporto di forze, non è più la plancia a dominare il guidatore e il passeggero, sono loro a riprendere il controllo dell’auto e dei suoi spazi. L’esterno (tema definito dal designer Frédéric Duvernier), risulta anch’esso innovativo con le sue superfici perpendicolari, il nuovo frontale Citroën con i gruppi ottici su due livelli e gli Airbump laterali, ispirati agli imballaggi ammortizzanti di tipo pluriball. «La prima cosa che tutti facciamo quando acquistiamo un nuovo telefono è proteggerlo con una custodia personalizzata», osserva ancora Lloyd a proposito di questo inserto morbido in colore a contrasto.

Malval definisce gli Airbump «il quarto elemento, l’ingrediente in più» per uscire dal solito schema di lamiera, vetro e “bigiotteria”, ovvero le decorazioni. «Oggi il panorama internazionale vede una normalizzazione dello stile, tutto sportività e volumi scolpiti. Gli Airbump sono applicabili solo a fiancate lisce, senza spalle muscolose», osserva. «Optando per una forma pura, non aggressiva, usciamo dalla consuetudine per andare verso una vettura iper-moderna e amichevole, sempre in linea con i principi della marca».

L’articolo continua su Auto&Design n. 205