POLESTAR 4, L’AUTO CAMALEONTE

A un primo rapido sguardo, inganna. Le forme dell’elettrica Polestar 4 potrebbero portare un osservatore distratto a considerarla come una berlina particolarmente sinuosa, ma è Maximillian Missoni, capo del design Polestar, a farci ricredere. «La Polestar 4 è un camaleonte: abbiamo fatto un ottimo lavoro di camuffamento», sorride Missioni, che incontriamo al Salone di Shanghai dove la vettura ha fatto il suo debutto su uno stand particolarmente suggestivo, circondata da migliaia di papaveri rossi. «Come accade per tutte le nostre vetture siamo partiti dalle proporzioni che dovevano essere compatte, ma slanciate allo stesso tempo. Ecco allora il perché di una silhouette così dinamica con passo lungo e posteriore rastremato», continua Missoni.

Un’auto globale
Per il nuovo modello la missione questa volta era forse più difficile delle altre: la Polestar 4 è stata concepita dall’inizio come vettura globale, dedicata a quanti più mercati possibili. La missione era disegnare una vettura che piacesse ovunque, dall’Europa alla Cina: «Ci siamo riusciti realizzando una nuova architettura: abbiamo combinato la personalità di una berlina con la comodità e lo spazio di un Suv e la sportività di una coupé».

Il lunotto non c’è
Un’operazione che è stata fatta in maniera differente rispetto ai concorrenti, come sottolinea Missioni, senza limitarsi ad abbassare la linea del tetto con conseguente diminuzione dello spazio per la testa dei passeggeri: «Siamo invece partiti spostando in avanti il parabrezza e abbiamo abbassato il cofano per creare una silhouette sportiva». Poi, colpo di scena: «Abbiamo portato più indietro la struttura del tetto eliminando il lunotto e sostituendolo con due telecamere ad altissima risoluzione che trasmettono le immagini sullo specchietto digitale. Siamo riusciti così a mantenere intatto lo spazio per la testa dei passeggeri e al tempo stesso abbiamo ottenuto un profilo da coupé».

Abitacolo luminoso
Nessuna paura per chi crede si possa soffrire di un senso di claustrofobia dato dalla mancanza di luce: «Tutte le altre superfici vetrate sono molto ampie e in più abbiamo un tetto panoramico elettro-cromico che si estende fino dietro la testa dei passeggeri posteriori. Inoltre, come su una berlina di lusso, per la seconda fila abbiamo previsto schienali reclinabili elettricamente, comandi personalizzati per la climatizzazione e un’atmosfera di assoluto relax garantita anche dalla incredibile silenziosità di marcia. L’esperienza è la stessa che si prova in una lounge».

La prima sulla nuova piattaforma
Il lavoro dei tecnici si è concentrato anche sull’efficienza aerodinamica, cruciale per un’auto elettrica. A questo scopo contribuiscono il frontale ribassato, le maniglie delle porte a scomparsa, la vetratura a filo con i finestrini privi di cornice, le lamelle aerodinamiche posteriori e l’ottimizzazione del flusso d’aria intorno alla barra dei fanali spostati leggermente più in alto visto lo spazio rimasto a disposizione. L’assenza del lunotto non è l’unica “premiere” della Polestar 4: per la prima volta il brand utilizza per un suo modello la piattaforma Sustainable Experience Architecture sviluppata dal gruppo Geely e riservata alle vetture a zero emissioni e che ha concesso l’ottenimento di un passo di ben 2,9 metri a fronte di una lunghezza complessiva di 4,8 metri.

Materiali tecnici e alla moda
Per i materiali degli interni – dominati dal grande display da 15,4 pollici al centro della plancia – i progettisti hanno creato il Soft Tech, un nuovo tessuto dalla trama a maglia composto al 100% da PET riciclato che unisce due mondi paralleli, traendo ispirazione dalla moda e dall’abbigliamento sportivo. «Una via di mezzo tra il fashion e il tecnico con un risultato di bellezza, funzionalità e un senso di lusso sorprendente», prosegue Missoni. Gli studi che hanno portato al nuovo materiale sono stati realizzati dai designer Polestar insieme alla Scuola Svedese Tessile (Borås Textilhögskolan) e ulteriormente sviluppati con i fornitori del marchio per la loro messa in produzione. «Chi vuole, ovviamente, può scegliere la pelle che è di tipo Nappa e tracciata in tutto il suo percorso per evitare lo sfruttamento animale. Tutto è coerente con i nostri valori fondanti: fare auto belle e sostenibili».

(Articolo completo in A&D n. 262)

By |2023-11-05T21:00:54+01:004 Settembre 2023|DESIGN STORY|

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