L’ipotesi di avere una sport utility nella gamma Maserati era già nell’aria da alcuni anni, dal salone di Detroit del 2003 dove la casa del Tridente aveva presentato sul suo stand una concept-Suv firmata da Giorgetto Giugiaro e battezzata Kubang. Non se ne fece nulla, ma idea è rimasta e ritorna oggi su basi tanto concrete da preannunciare un modello di serie da produrre a partire dal 2013.

Il nome Kubang, però, scelto apposta per sottolineare la continuità di intenti, è l’unico elemento che la concept car appena svelata a Francoforte ha in comune con quel prototipo di otto anni fa. Architettura del veicolo e stile sono infatti totalmente inediti, spiegano il Design Vice President di tutto il gruppo Fiat-Chrysler, Lorenzo Ramaciotti, e il direttore dello stile Maserati Marco Tencone. «All’epoca il riferimento stilistico era rappresentato dalla 3200GT, ma nel frattempo sono uscite l’attuale Quattroporte e la GranTurismo, che hanno scritto un nuovo capitolo per il design Maserati. Inoltre, è la stessa percezione del Suv ad essere cambiata, e il nostro compito era quello di creare una vettura inedita, coerente con l’attuale gamma ma soprattutto già in sintonia con i prossimi modelli», osserva Ramaciotti facendo riferimento alla futura Quattroporte e ad una seconda berlina, più compatta, che affiancherà l’ammiraglia nella gamma.

«Il nostro intento era di realizzare un veicolo che non fosse troppo massiccio e neppure ad effetto coupé rialzato», spiega Tencone. «Uno degli obbiettivi era mantenere una buona abitabilità posteriore, seppure in una forma dinamica. Quindi abbiamo trattato i volumi in modo da far apparire il corpo vettura slanciato e filante», dice facendo notare come i raccordi in pianta e la curvatura delle superfici siano studiati allo scopo. «Il linguaggio è muscolare, come vuole la tradizione delle sportive italiane, e con la sensualità di disegno delle Maserati di oggi. L’idea era però di evolvere tutto ciò in modo più moderno e fluido. Ne è un esempio il segno che dalla fiancata prosegue nel parafango, con la chiusura morbida che sulla coda abbraccia il lunotto».

L’articolo continua su Auto & Design n. 191