In fatto di design contemporaneo, pochi paesi possono vantare un’immagine più apprezzata ed attuale della Scandinavia. Essenzialità, colori chiari, armonia con la natura, relax, silenzio: la bellezza formale nordica va ben oltre il trend estetico, è l’insieme di valori di uno stile di vita. A tutto questo ora Volvo aggiunge una qualità in più: l’emozione, il nuovo ingrediente che Thomas Ingenlath, direttore del design del marchio svedese, intende infondere alla prossima generazione di modelli. Vettura “manifesto” di questo nuovo linguaggio formale è la Volvo Concept Coupé. E’ la prima di una serie di tre concept car (prossimi appuntamenti a Detroit e Ginevra) che dimostreranno le possibilità offerte dalla nuova piattaforma Scalble Product Architecture (SPA) sviluppata per il marchio svedese.

Un’architettura ideale per adottare la propulsione ibrida e ottenere belle proporzioni. Nelle superfici curate, modellate con gusto e prive di ridondanza della primogenita di Ingenlath si legge al tempo stesso una giusta interpretazione della scuola scandinava e il frutto dell’esperienza maturata presso il gruppo Volkswagen dai suoi autori: Ingenlath guidava sino a due anni fa il centro stile Volkswagen di Potsdam, dove lavorava anche Maximilian Missoni, ora design director degli esterni Volvo, mentre il direttore dell’interior design Robin Page era fino al febbraio scorso in carica alla Bentley. Le prossime vetture Volvo avranno questo volto, completato dalla nuova forma allungata dei fari con inserto a T.

«La P 1800 degli Anni ’60 a cui ci siamo ispirati ha suggerito varie citazioni, ma tutte reinterpretate e non in forma rétro», conferma Maximilian Missoni, «a partire dalla silhouette e dalle proporzioni compatte, sino ad elementi come la maniglia esterna o la linea con cui si conclude il parafango posteriore». Segni dinamici e modellazione dei volumi che vedremo presto sui modelli di serie.

All’interno, così come all’esterno, è stato evitato quello che Ingenlath definisce “surface entertainment”, ovvero quel trattamento formale complesso e ridondante che risulterebbe antitetico allo stile scandinavo. «Abbiamo disegnato l’abitacolo a partire dal touch screen centrale», spiega Robin Page indicando il monitor che sembra un tablet posizionato in verticale. Anche per l’interno il nuovo linguaggio formale prevede l’ingrediente in più, l’emozione. «Crediamo fortemente in un’architettura pulita in cui si inseriscono alcuni elementi preziosi», aggiunge Page portando ad esempio la leva in cristallo del cambio con comandi by wire. Leggerezza, motorizzazioni più efficienti, tecnologie per la guida assistita sono punti basilari del progetto non meno dell’estetica. E naturalmente non viene trascurato un aspetto che da sempre è parte del patrimonio genetico Volvo: la sicurezza.

Articolo completo su Auto & Design n. 203