Che cosa sarebbe successo alla Evoque togliendole il tetto, che con la sua forma filante e schiacciata è una delle caratteristiche più significative della “piccola” Range Rover? La risposta di Gerry McGovern è limpida, forse anche coraggiosa: «L’immagine ne è stata promossa». Primo Suv premium in versione cabrio (le primissime Jeep e Land Rover non erano certamente premium), questa Evoque Convertible fu accolta con entusiasmo quando la casa inglese la presentò come concept due anni fa a Ginevra.
«Avviarne la produzione in serie era un passo logico», osserva McGovern, responsabile del design Land Rover. «Non era questione di se, ma di quando. Tuttavia era importante mantenerne il carattere, senza diluirne il design, senza rinunciare alle proporzioni della cinque porte e della coupé».
Non è stato quindi sufficiente tagliare di netto la parte superiore e sostituirla con il tetto di tessuto. «Non è stato così semplice», precisa McGovern: «Dovevamo mantenere e semmai accentuare l’espressione di divertimento e desiderabilità della Evoque per attirare nuovi seguaci al nostro brand. Caratteristica della vettura di partenza era il gioco di una cintura ascendente e di un tetto drammaticamente spiovente. Togliere uno di quegli ingredienti – il tetto – era difficile. Eppure siamo riusciti a mantenere l’essenza della vettura, grazie anche a un attento lavoro sulle superfici del posteriore».
Gli esterni sono stati curati da Jeremy Waterman. Una calandra dinamica con un’accresciuta superficie geometrica, un paraurti anteriore che Land Rover definisce “più aggressivo”, con prese d’aria più grandi e sottili fari antinebbia a Led, le minigonne dello stesso colore della carrozzeria, nuovi cerchi (a scelta da 17 a 20 pollici), porte senza cornici per un effetto più “pulito” a tettuccio abbassato, il paraurti posteriore che ospita i due scarichi, tutto questo fa della Evoque Convertible la “gemma” di cui parla McGovern.
E poi c’è, appunto, il tettuccio di tessuto che, con il suo meccanismo, ha costretto i designer di Coventry a riprogettare la vettura dietro le porte anteriori: aperta o chiusa, la vettura ha un bagagliaio di 251 litri. Negli interni, curati da Dave Saddington, si è scelta una soluzione a quattro posti definita da materiali di alta qualità a superfici soffici, con un’architettura minimalista della plancia che, a sviluppo orizzontale, è in contrasto con la spinta verticale della console centrale.
Articolo completo su Auto&Design n. 219