Una spider entra in una città sconosciuta ai due viaggiatori. Un raggio di luce blu attraversa il cofano e raggiunge la plancia, dove un display illustra a guidatore e passeggero i luoghi da visitare e le attività da intraprendere in base ai loro interessi, che il sistema ben conosce. Ad un incrocio, la luce sulla vettura diventa rossa: è in arrivo un altro veicolo che il conducente non ha ancora visto e se lui non interviene, ecco che le cinture di sicurezza si tendono e il sistema frenante è pronto ad entrare in azione per contrastare il potenziale pericolo di collisione.
Non è fantascienza, ma un futuro molto prossimo che BMW ha anticipato a Ginevra con la concept Vision ConnectedDrive. «Il ruolo di questo prototipo è rendere evidente una tecnologia non facile da visualizzare, un po’ come per la Vision EfficientDynamics che abbiamo presentato a Francoforte nel 2009», spiega il direttore del design del gruppo BMW Adrian van Hooydonk. «L’idea è nata circa un anno fa, anche se poi l’abbiamo realizzata in cinque mesi. Il tema era il futuro del collegamento internet dell’automobile, per molti aspetti già disponibile oggi nei prodotti di serie, anche se gli utenti non lo sanno o ne hanno un po’ timore, mentre noi volevamo dimostrare che può rendere la vita più semplice e piacevole, senza togliere emozione alla guida».
Non un puro dimostratore tecnologico, dunque, ma un modello affascinante, da cui la scelta del roadster con proporzioni classiche, «una tipologia che è parte della nostra tradizione, vedi la storica 328», osserva van Hooydonk.
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