«Una compact piuttosto esotica», la definisce Ralph Gilles. L’eso-tismo, in fondo, è comprensibile. La nuova Dodge Dart, presentata al salone di Detroit, trae la sua origine dall’Alfa Romeo Giulietta, della quale adotta il pianale dovutamente modificato (lo stesso, si dice, che sarà usato per la Giulia). Gilles, responsabile del design per il gruppo Chrysler, aveva una delicata responsabilità: quella di allestire, in tempi brevissimi, la nuova “piccola” (in termini americani) di casa Dodge, la prima auto Usa a nascere dalle sinergie con il gruppo Fiat. Da Torino ha avuto non solo il pianale, ma anche il motore 1,4 Multi-Air (uno dei tre in offerta sulla vettura) che è valso a superare la barriera dei consumi di 40 miglia al gallone, che il gruppo torinese si era impegnato con la Casa Bianca a raggiungere.
La storia della Dart comincia nell’estate 2009, quando Gilles guida in Italia un prototipo della Giulietta. La Dodge sta cercando di mettere a punto una berlina competitiva per il segmento C, che negli Stati Uniti è in grande crescita, per sostituire la Caliber che – erede dal 2005 della Neon – in realtà è un piccolo Suv. L’accordo Fiat-Chrysler offre l’occasione buona. Allargato il pianale di 36 mm e allungato di 69 – la Giulietta è troppo “piccola” per il mercato americano – si può partire con bozzetti, rendering, lavoro virtuale. In cinque mesi si fa, a tappe forzate, quello che abitualmente ne richiede dieci. Definito l’abitacolo, con un concetto strutturale che parte dagli spazi interni, si allestiscono gli esterni. Nessun modellino in scala 1:4, subito due modelli clay in 1:1. E poi avanti con la matematica sui computer. A metà 2011 il progetto è congelato; anche perché la concorrenza – Honda, Ford, Chevrolet – è già un passo avanti.
Agli esterni della Dart hanno lavorato Joe Denher, capo del design Dodge, e Tim Doyle. Il marketing della casa americana parla di un aspetto «atletico, scolpito, fluido ed esteticamente agile», in grado di «offrire un livello visivo drammatico e superfici senza tempo che accrescono l’emozione nel competitivo segmento delle berline compatte».
Articolo completo su Auto & Design n. 193