Ridisegnare totalmente una vettura di successo e poter giocare sull’architettura, per accentuarne i tratti sportivi e rinvigorirne la personalità. «E’ il sogno a quattro ruote di tutti i designer», assicura Wolfgang Egger spiegando i punti salienti del progetto della nuova A3 svelata a Ginevra. «E se abbiamo potuto realizzarlo il merito è della nuova piattaforma MQB (Modularer Querbaukasten, vedi pag. 28), che consente grande libertà. Abbiamo potuto definire nuove proporzioni, con passo allungato e sbalzi accorciati, carreggiate più ampie e minore altezza: un percorso verso l’architettura ideale», dice soddisfatto il capo del design di Audi Group nonché, dal febbraio scorso, direttamente del brand Audi.
Il progetto della A3 è particolarmente importante, visto che è la seconda vettura per vendite del marchio. Ma sarebbe del tutto riduttivo considerarla “la Golf dell’Audi”, precisa Egger: «E’ la somma di tante caratteristiche, l’eleganza, la bellezza formale e la sportività Audi interpretate per l’utilizzo quotidiano. Ma soprattutto non bisogna dimenticare che la A3 è la progenitrice del segmento, e nel disegnarla dovevamo tenere conto anche di questo status». Quando la prima generazione della A3 è stata lanciata, nel 1996, ha in effetti creato una nuova categoria di vettura, la compatta premium per il segmento C, cui hanno fatto seguito la BMW con la Serie 1 nel 2004 e la Mercedes-Benz ancora più di recente, visto che di fatto la Classe A sotto forma di berlina a due volumi arriva quest’anno (le due generazioni prodotte dal 1997 erano, come ben noto, monovolume).
L’evoluzione della A3 è quindi duplice, nelle proporzioni e nel trattamento formale. Aspetti che dipendono l’uno dall’altro: «Nella vista laterale mostra un equilibrio e una classe tipiche delle vetture premium di un tempo, con abitacolo arretrato e cofano lungo.
Articolo completo su Auto & Design n. 194