Per Citroën è l’inizio di una nuova era. «C’è stato un periodo – spiega Alexandre Malval – in cui il linguaggio della serie C esprimeva un’essenza estetica che trovava poi la sua apoteosi nella linea DS, con auto molto scolpite, una grafica fatta di elementi non necessariamente giustificati, che comparivano e scomparivano in una sorta di magia dello stile DS». Ora le cose sono cambiate. La prima avvisaglia è stata il concept Technospace presentato al salone di Ginevra, seguito a ruota dall’auto di produzione che l’aveva ispirato: la C4 Picasso. «Quelle – aggiunge Malval, che dal giugno scorso dirige lo stile della linea C dopo una parentesi in Peugeot – sono idee del passato. Ora ci ispiriamo a un design con volumi più semplici, con superfici più lisce, insomma con vetture dalle quali si è tolto tutto quello che non è utile alla comprensione dei volumi».
«Abbiamo mirato alla dolcezza, eliminando il superfluo e mantenendo l’essenziale», aggiunge Frédéric Soubirou, responsabile degli esterni. Riprende Malval: «Non vogliamo giocare su elementi racing, non è la nostra storia: Citroën ha sempre piuttosto evocato comfort, generosità, dialogo fra passeggeri e guidatore. Le nostre non sono auto egoistiche».
E infatti la chiave della C4 Picasso sta nell’abitacolo. Molto importante, quindi, è stata anche la cura degli interni. Sotto la guida del responsabile di progetto Marc Pinson, oggi alla guida del centro stile Citroën in Cina, i due designer degli interni Pascal Grappay e Christophe Cayrol (anche quest’ultimo ormai in Cina) hanno dato vita – afferma Malval – «a un abitacolo di grandissima qualità, con particolare attenzione alla qualità dei materiali, alle finiture, alla cura dei particolari». La ciliegina è venuta da Vincent Lobry, a cui è stato affidato il difficile compito di gettare le basi di un rinnovamento in termini di colori e materiali, ma rinunciando a quelle icone delle vetture premium che sono pelli e metalli.
Un’altra importante novità è la piattaforma EMP2 che consente un massimo di latitudine, adatta tanto per vetture medie quanto per ammiraglie. La C4 Picasso è la prima a servirsene (l’avrà anche la nuova serie 3 di Peugeot) ed è la chiave della svolta. Fa risparmiare fino a 140 kg, il che significa per esempio che con il diesel da 90 cavalli le emissioni di CO2 scendono a 98 g/km. Ma soprattutto, altezza e lunghezza sono ridotte entrambe di 4 cm rispetto al modello precedente.
La sensazione generale è di un design forte ed espressivo, dalle linee dinamiche, con fari tecnologici (collegati da due linee al classico chevron Citroën) e gruppi ottici posteriori a Led con effetto 3D, ispirati ai concept Tubik, Survolt e Revolt. Il parabrezza panoramico e l’ampio tetto vetrato inondano la vettura di luce naturale. Aggiunge Malval: «La linea di taglio del portellone, sui fianchi, contribuisce a ridurre visualmente lo sbalzo posteriore e conferisce molta modernità». E’ un primo passo, dopo la netta separazione fra linea C e linea DS.
Articolo completo su Auto & Design n. 200