Per DS, marchio che da oltre un anno è autonomo rispetto a Citroën, potrebbe trattarsi di una svolta epocale. Secondo Thierry Metroz, che ne è responsabile per il design, il concept e-Tense presentato a Ginevra «non è un esercizio gratuito, ma un’ipotetica visione del futuro», cioè della produzione: «I nostri concept, e parlo anche della Divine presentata nel 2014, creano e nutrono un sogno, aiutano a costruire la storia del marchio e ne sostengono i valori».
Metroz definisce la e-Tense «vettura strategica» per tre precisi motivi: «Primo, il legame diretto fra il concept e le future auto di serie. Secondo, il suo legame con lo sviluppo tecnologico: è una supercar elettrica, quindi è per noi un laboratorio di DS Performance, che gestirà tutte le auto ad alte prestazioni della marca, anche con motorizzazioni innovative collegate alle Formula-E e a quanto facciamo con alcuni nostri partner per ibrido ed elettrico. Terzo, spingiamo molto sul pulsante della raffinatezza, dalla confezione dei sedili alle pelli patinate e alla plancia in design parametrico, toccando l’universo della precisione e dell’artigianato».
Come sottolinea Olivier Desserprit, che di questo concept è stato project manager, «questa non è una showcar ma una vera vettura, che esprime le ambizioni DS. Nei futuri progetti si troveranno elementi e stilemi racchiusi in quest’affascinante sportiva».
Con lo stemma DS Performance sul cofano la e-Tense rivela anche il suo slancio tecnologico. Monoscocca di fibra di carbonio (visibile però soltanto nelle parti tecniche), è lunga 4,75 metri, larga 2 e alta 1,30. Ha due motori elettrici posteriori Siemens che erogano 400 CV e che sono accoppiati a un cambio a tre marce. Pesa 1800 kg e ha un’autonomia di 300 km. I pneumatici da 20 pollici 305×35 dicono quanto sia “cattiva”.
Bertrand Dantec, responsabile dello stile, è stato coadiuvato in quest’impresa da Bob Romkes (esterni), Pascal Grappey (interni) e Vincent Lobry (color&trim).
«Con la Divine – spiega Dantec – questo concept illustra i codici stilistici dei prossimi anni. Ci ha aiutato molto il design parametrico, che consente forme realizzabili attraverso la stampa 3D e che prima non si potevano ottenere, come per esempio la continuità perfetta della calandra o molti particolari degli interni. Insomma, un nuovo universo artistico». Aggiunge Romkes: «Abbiamo dato grande attenzione al movimento, alle ruote, al muso con la doppia ala. E non mancano stilemi tradizionali, come la pinna di pescecane della DS3 dietro i parafanghi anteriori».
Nicolas Deluy si è invece occupato della “firma” della vettura, i gruppi ottici: «Veri gioielli – spiega, – quelli anteriori sono formati da due banchi di quattro unità ciascuno, ognuna delle quali è completamente pivotante a 360°». Sarà una delle prime innovazioni a trovare applicazione sulle DS di serie. Viene però da domandarsi se e-Tense sia soltanto un banco di esperienze, o se un giorno potrà tradursi in una supercar di serie. Ma a Vélizy, dove Auto&Design è stata invitata a osservare in esclusiva le fasi del progetto (una visita iniziata al centro di design e proseguita poi presso la carrozzeria Estiv dove era in allestimento la vettura per Ginevra), sono tutti più che abbottonati. «Non è il teaser di un’auto specifica – dice Eric Apode, direttore dello sviluppo del marchio su scala mondiale – ma per quanto riguarda il powertrain si entra in cose estremamente esplicite». «Questo è un modello unico», afferma Desserprit: «Ma se tutti ne vorranno uno… ».
L’articolo continua in Auto&Design n. 217