Un’attesa che non ha tradito le aspettative. La Tonale è il primo modello di Alfa Romeo nell’era del gruppo Stellantis, ma la sua storia inizia già nel 2019, quasi due anni prima dell’accordo di fusione tra Fiat Chrysler e Psa. «Il punto di partenza? La presentazione della concept car Tonale al Salone di Ginevra 2019. Un momento emozionante per tutto il team di design e per il pubblico, visto che il prototipo ha scatenato un grande entusiasmo», ricorda Alessandro Maccolini, all’epoca responsabile del design degli esterni di Alfa Romeo, che incontriamo a Torino al centro stile del marchio diretto da Alejandro Mesonero-Romanos.

Alfa Romeo Tonale

Forte coerenza con il prototipo
Quando un modello inedito viene anticipato in una concept car, si può correre il rischio di disattendere le aspettative del pubblico con la versione di serie, dove le proporzioni sono dettate dalle piattaforme e i punti duri sono spesso troppo vincolanti per realizzare la vettura così come la si era immaginata. «Nel caso di Tonale era fondamentale mantenere una forte coerenza con il prototipo mostrato a Ginevra. Questo ha prodotto un grande sforzo da parte di tutto il team che ha portato a una trasposizione il più possibile diretta della concept sulla vettura di produzione», ricorda soddisfatto Maccolini, mentre rivolge lo sguardo al frontale della Tonale.

Alfa Romeo Tonale

Elementi precisi del Dna
Il prototipo è stato focalizzato sull’identificazione di precisi elementi del Dna Alfa Romeo, un lavoro che ha trovato il suo completamento formale sulla vettura di produzione che sviluppa volumi rigorosi e semplici, delineati dalla sensualità ottenuta anche grazie a pienezza e dinamismo di frontale, fiancata e spalle posteriori. L’anteriore è indiscutibilmente Alfa Romeo in tutti i suoi tratti più distintivi, quelli che gli appassionati del marchio considerano immancabili. Dallo scudetto (ora flottante e non più integrato nel paraurti) all’inconfondibile trilobo con prese d’aria – «vere e con funzione aerodinamica», sottolinea Maccolini.

Alfa Romeo Tonale

Richiamo ad un modello iconico
«La fiancata rivela la “GT Line”, un richiamo a un modello iconico come la Giulia GT del 1963», ricorda Liokis, «che definisce con rigore la parte superiore della vettura, mentre la linea di carattere sottostante, scorre sotto pelle dando volume alla fiancata e generando un naturale collegamento fra i gruppi ottici anteriori (che accolgono il guidatore con una sequenza di benvenuto ripresa sul quadro di bordo) e il volume alto del posteriore». Il quale suggerisce dinamismo e unisce volumi pieni e forti alle linee più armoniche e romantiche del lunotto con la tipica “V” nella parte inferiore e il giro vetri laterali che riporta subito a modelli lontani e coupé come la 8C Competizione.

Alfa Romeo Tonale

Il quadro strumenti digitale a cannocchiale
«La qualità ha mosso tutta la fase progettuale degli interni realizzata insieme al reparto dedicato a colori e materiali», spiega Inna Kondakova, che guida il team di interni e ha lavorato al progetto con Marco Mancia, Simone Brancalion e Daniele Zanrei (quest’ultimo scomparso tragicamente l’anno scorso). «Anche qui si percepisce un filo diretto con la concept car. La definizione di una plancia orientata verso il guidatore ci ha dato l’occasione di portare nel futuro un elemento iconico come il quadro strumenti a cannocchiale, ripensato in chiave digitale».

Alfa Romeo Tonale

La nuova Alfa del futuro
Per la parte digitale il gruppo di UX Design diretto da Peter Jansen ha lavorato alla personalizzazione delle grafiche del sistema infotainment UConnect5 e realizzato la strumentazione digitale su un display da 12,3 pollici inserito all’interno del cannocchiale. «L’azione sul manettino DNA cambia il carattere dinamico dell’auto e tutta la parte digitale», racconta Alberto Turina, Senior UX/UI Designer. Insomma, la Tonale per Alfa Romeo è più di un semplice nuovo modello: «E’ un simbolo della transizione alla prossima generazione di vetture che saranno anche elettriche. Il primo passo verso la nuova Alfa del futuro», conclude Alejandro Mesonero.

(Articolo completo in A&D n. 255)