La nuova, terza generazione di BMW X1 segna nello stile una rivoluzione meno evidente di quella che aveva contraddistinto il passaggio di testimone dalla prima alla seconda, il cui deciso cambio di proporzioni era dovuto al passaggio da un’architettura a motore longitudinale a una con motori trasversali e dunque con cofano più corto, forme e volumi più morbidi.
Questa nuova X1, tuttavia, si fa notare per il carattere espresso da linee fattesi più nette e decise, pur in continuità con la precedente. Le scalfature del cofano, ad esempio, ora mettono in maggior evidenza la sezione centrale, che assume quasi l’aspetto di un powerdome, soprattutto se osservato da dietro al volante, e accompagna un frontale più verticale e dai tratti irrobustiti. Lo stesso effetto lo danno la calandra a doppio rene, più grande ma dai contorni quasi squadrati che accompagnano idealmente passaruota non più tondi ma trapezoidali, elemento oggi di moda tra i Suv.
Ad essere cancellate sono invece le differenze tra il modello elettrico iX1 e il resto della gamma, iniziando proprio dalla calandra: fino a ieri elemento “divisivo”, ora si unifica adottando griglie interamente sigillate, ma con un effetto tridimensionale ottenuto dal contrasto di listelli neri e cromati. Anche i tocchi di colore blu ripresi negli inserti dei paraurti di iX1 non sono un segno distintivo: dipendono dall’allestimento, come la forma dei paraurti stessi, e possono essere esclusi. Insieme alla totale assenza di scarichi a vista anche su benzina e diesel, questo rende i modelli quasi del tutto confondibili.
Lo stesso accade, fatti salvi pochi dettagli grafici, anche negli interni, dove BMW ha operato i cambiamenti più evidenti. Con l’addio definitivo ai cambi manuali, il tunnel centrale diventa un’isola sospesa e i comandi per la selezione della marcia, elettrica o no, sono ridotti a piccole levette incastonate nella superficie anteriore.