Se la tre porte si attiene con diligenza al primigenio concetto di Alec Issigonis, a partire dalle forme raccolte e dall’assenza di accessi posteriori, il tetto in tela non allontana l’inglese più famosa dal solco della continuità. Regalandole, semmai, uno spirito un po’ più ludico. Altezza contenuta, lunghezza di stampo urbano (3,88 m) e finiture cruciali: i crismi della concezione formale restano invariati, al pari della scocca in parte ripresa dalla generazione precedente. Sulla ricetta s’intesta però il linguaggio Charismatic Simplicity, palese nel frontale rivisto (calandra ottagonale, inediti gruppi ottici, paraurti geometrico e pulito) e soprattutto nell’abitacolo, dominato dall’essenziale plancia con strumentazione circolare da 24 cm.
«Ispirandoci alla storia, abbiamo conferito a ogni nuovo modello un carattere forte attraverso stilemi semplici e minimali, intuitivamente centrati sugli elementi fondamentali del marchio» affermava nel 2023 Oliver Heilmer, capo del design. La Cabrio conferma oggi tale direzione, replicando peraltro tre dei quattro allestimenti della berlina, indipendenti dai propulsori. Al Classic si accostano il sofisticato Favoured, arricchito di dettagli nella sfumatura dorata Vibrant Silver e dell’interno in ecopelle beige o Nightshade blu, e il John Cooper Works con paraurti assai più aggressivi, minigonne, bande adesive sul cofano, cerchi dedicati, rivestimenti dalle cuciture rosse.
Per tutte, la medesima capote scura si adagia nel bagagliaio in 18 secondi sotto i 30 km/h, ma può farsi anche “tetto apribile” grazie allo scorrimento di 40 cm della sola porzione anteriore, purtroppo priva di un deflettore antivento. La tela non si rivela disponibile in tinte diverse dal nero, nonostante le dodici colorazioni esterne (tra cui il Copper Grey di lancio), tuttavia può recare sulla superficie una opzionale Union Jack in grigio chiaro. Il motivo ispirato alla bandiera britannica illumina pure i gruppi ottici posteriori, altrimenti identici nella foggia ai precedenti, disegnando una trama che simula il taglio pseudo-triangolare proposto sull’ultima edizione della sorella con il portellone.
«Siamo convinti che la riduzione consapevole a pochi, ma espressivi elementi consenta innovazioni impensabili» sosteneva Heilmer. Certo, specie in termini di freschezza e tecnologia. Però la Cabrio, che l’anno scorso ha compiuto due decenni e adesso viene nuovamente prodotta nello stabilimento di Oxford, rappresenta senza dubbio una moderna tradizione a cielo aperto.