Qualche nostalgico vorrebbe vedervi l’erede della mitica 2CV. Invece la C3 deve il suo aspetto accattivante e la sua personalità originale al coraggio dei designer Citroën.
Per ripercorrerne la genesi, bisogna risalire alla C3 Lumière, concept car presentata nel settembre 1998. “Quando abbiamo iniziato il progetto di quel prototipo, sapevamo che dietro c’era la vettura di serie”, racconta Donato Coco, responsabile del design delle vetture di segmento piccolo e intermedio Citroën: “Il brief di prodotto richiedeva “una vettura essenziale”. Io pensavo a un concetto di “viaggio diverso” e ho dato due indicazioni ai designer: volumi contrastati e rotondità che esprimessero semplicità”.
All’inizio, l’orientamento dato da Coco viene considerato un po’ troppo rétro, ma lo sviluppo in tridimensione dimostra la modernità del concetto. “La filosofia che ricercavamo per il design anteriore si è manifestata bene nel modellino di Gilles Taylor. Il suo collega Oleg Son aveva intanto realizzato un modellino monovolume molto espressivo nel trattamento posteriore. Dalla fusione di queste due metà è nato il concetto della C3, portato poi in scala 1:1”.
Quel tema fu quindi sviluppato lavorando sulle sezioni sagomate e inserendo linee tese e incisive. “Concept car e vettura di serie avevano ovviamente problematiche differenti – continua Coco – ma la Lumière ci ha dato la direzione da seguire, un vocabolario per esprimerci”. Del tutto autonomo rispetto alla concept car è invece l’interno della C3, un ambiente coerente con il design esterno realizzato dal designer Alessandro Riga.
Sulla stessa base della C3 sono già state sviluppate altre vetture, la prima delle quali è la Pluriel, anticipata tre anni fa dalla concept car omonima e attesa entro la fine di quest’anno. Ancora presto per parlarne.
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