La Lamborghini Asterion, che porta il nome del Minotauro, la creatura della mitologia greca con testa di toro e corpo umano, si basa sul pianale della Aventador con cui condivide monoscocca, telaio ausiliario e sospensioni. Per rimarcare l’arrivo di un nuovo propulsore ibrido plug-in, tuttavia, il capo del design Filippo Perini ha deciso di sviluppare per la concept car un linguaggio formale esclusivo, che richiama il retaggio del marchio di Sant’Agata e al tempo stesso guarda al futuro.

«Dopo aver fatto il primo test abbiamo deciso subito di creare una veste inedita», racconta Perini. «La vettura erogava potenza con grande eleganza». Perini osserva inoltre che in una normale Lamborghini a trazione posteriore gli occupanti si sentono sospinti dalla potenza del veicolo, mentre sulla Asterion hanno la sensazione di esserne trainati. «È per questo motivo che abbiamo stabilito che ci voleva un nuovo abito, molto più classico, molto più GT e ispirato alla Miura».

Gli elementi che guardano alla Miura si possono osservare nel parafango anteriore e nella vista posteriore di tre quarti, ma vi sono anche somiglianze con la Huracàn nel paraurti posteriore e nella sezione del diffusore, mentre i fanali posteriori richiamano quelli della Veneno. Le proporzioni della Asterion, tuttavia, sono completamente differenti.

La Asterion è anche una citazione delle GT iconiche del passato del marchio. Perini sottolinea prontamente che la Lamborghini aveva iniziato l’attività proprio costruendo vetture GT e cita in particolare la 350GT. Successivamente, Ferruccio Lamborghini produsse automobili come la Espada, la Jalpa e la Urraco, che hanno influito notevolmente sull’orientamento di design della casa.

«Ci siamo ispirati alla nostra eredità culturale», prosegue. «Come azienda, la nostra identità risiede in vetture [GT] come questa. È un esempio di design italiano puro».

L’abitacolo, benché adorno di materiali tradizionali come la pelle naturale, ha un approccio totalmente moderno. Si entra azionando le maniglie delle porte in alluminio spazzolato, che rispecchiano la maestria artigianale italiana e hanno una piacevole qualità tattile. Una volta all’interno, gli occupanti sono accolti da uno sfoggio lussuoso di materiali di alta qualità e da una gamma cromatica tendente più alla haute couture che al look di una supercar estrema.

L’architettura degli interni è molto simile a quella della Huracàn, con la plancia simmetrica orizzontale e il tunnel longitudinale, che sulla Asterion, però, alloggia il gruppo batterie del veicolo. «Abbiamo migliorato l’ergonomia per ottenere una maggiore spaziosità», ha aggiunto Perini, «abbiamo ridotto le dimensioni delle bandelle sotto le porte per migliorare l’ingresso e l’uscita e la seduta è più confortevole».

La tecnologia è visibile ovunque, ma soprattutto nello schermo TFT di fronte al guidatore (con tre layout grafici: Sport, Corsa e modalità elettronica) e nel touchscreen pad rimovibile alla base della console centrale, che contiene tutte le informazioni della vettura e può essere tenuto in mano dal passeggero se desidera guardare un film mentre il pilota guida.

Da quando è apparsa la Huracàn all’inizio dell’anno, sembra che la Lamborghini si sia avviata sulla strada di una nuova estetica di design più morbida, che rifugge dalle forme spigolose e aggressive dei modelli attuali. Cosa significa ciò per il futuro del linguaggio di design della Lamborghini?

«Questo linguaggio di design non è qualcosa che cambierà la nostra identità», ha concluso Perini. «Continueremo a produrre supercar decisamente estreme, ma il nostro obiettivo è comprendere se sarà apprezzato da un tipo diverso di cliente».

L’articolo continua su Auto & Design n. 210