«Il mondo del car design non sarà più come prima». Lowie Vermeersch, fondatore e Ceo della design house torinese Granstudio, non ha dubbi: l’approccio alla progettazione deve cambiare. «Le nuove possibilità nel campo delle tecnologie e i nuovi modi di usare l’automobile richiedono di superare il tradizionale focus sulle geometrie delle forme integrando pienamente gli aspetti non tangibili del design nel nostro pensiero creativo», racconta Vermeersch. «Per supportare questo nuovo approccio abbiamo sviluppato il DigiPHY, uno strumento intelligente di design e comunicazione che combina la realtà virtuale con supporti fisici creando un’esperienza creativa immersiva», continua Vermeersch.

Una piattaforma aperta

Come un manichino sartoriale, il DigiPHY può essere vestito a seconda delle esigenze dello stilista. Questo nuovo strumento può sovvertire i canoni classici di progettazione automobilistica: «Tutto inizia ora dall’esperienza umana, creando un’idea di interazione tra uomo e veicolo già all’inizio del progetto, mentre un tempo il primo passo era la definizione delle forme. Lavoriamo sull’emotività, partendo dall’impressione che ogni elemento del veicolo produce sull’uomo», puntualizza Vermeersch.

Convivenza tra fisico e virtuale

Il processo stilistico cambia quindi dalle fondamenta, ma, al contrario di quanto si potrebbe immaginare, non diventa completamente digitale: «La progettazione virtuale è arricchita da diversi supporti fisici per dare ancora più concretezza al veicolo che stiamo visualizzando. Questo assicura un’ulteriore passo avanti per avvicinare il più possibile il mondo virtuale alla realtà». Ecco allora che durante le fasi di progettazione è possibile aggiungere sul DigiPHY brancardi, montanti, schermi, sistemi multimediali o, nel caso di vetture robot, arredi come tavolini o divani di qualsiasi materiale.

Reset, la prima concept car

Il progetto che Granstudio ha sviluppato per illustrare questa nuova filosofia si chiama Reset ed è una vettura elettrica e rialzata la cui definizione delle proporzioni è partita proprio dagli interni. La relazione è per definizione legata all’emotività, ma come generare un rapporto tra un essere umano e una vettura? «Dobbiamo creare un design più empatico. Per esempio quando ci si avvicina alla vettura gli schermi trasparenti posizionati nella parte bassa della vetratura si illuminano, dimostrando che l’auto ha percepito la presenza dell’uomo».

Coinvolge diverse fasi della progettazione

Piccoli passi che infondono nelle persone la serenità necessaria per affrontare un cambiamento di paradigma già in corso e che non coinvolge solo la mobilità: «Il semplice supporto digitale non basta più. Lavoriamo verso una possibile connessione tra i due mondi, fisico e virtuale, e DigiPHY è uno strumento di progettazione ideale per soddisfare questa esigenza. Possiamo occuparci contemporaneamente di interni, esterni, colori e materiali curando anche l’inserimento del progetto nell’ambito dello spazio urbano di riferimento grazie alla realtà aumentata».

Le persone sempre al centro

Una multidisciplinarità che da sempre caratterizza l’operato di Granstudio, dove convivono personalità creative dalle competenze differenti: dall’urbanistica alla User Experience, dalla mobilità all’industrial design. «Il confronto costante genera una contaminazione di idee frutto dell’esperienza di ognuno di noi. DigiPHY è nato anche per questo: rendere il mondo virtuale fortemente umano».

(Articolo completo in A&D n. 246)