Di rado la prudenza di Ingolstadt genera prototipi marcatamente spinti in avanti nel tempo, immaginativi, lontani dalla collaudata perfezione delle linee di produzione: a fronte del fervore che pervade ogni ramo dell’automobile, gli ultimi anni dei Quattro Anelli appaiano punteggiati solo di timidi esempi in tal senso (fra cui le Aicon ed Elaine del 2017, le AI:ME e AI:TRAIL del 2019). Stavolta, però, è diverso. «Non avevo mai assistito a tanto interesse per le nostre proposte avveniristiche, sia da parte degli addetti ai lavori sia all’interno dell’azienda», rivela entusiasta Marc Lichte, a capo del design. «Abbiamo colpito nel segno».
Si punta sulla vivibilità a bordo
L’essenza delle due concept – Skysphere e Grandsphere, cui se ne aggiungerà una terza nella prossima primavera – si articola tutta intorno al rapporto fra guida autonoma e inedite prospettive di vivibilità a bordo, approdando al suffisso “-sphere” per comunicare un intero universo di possibili fruizioni. «Mentre l’elettrificazione costituisce per noi un elemento acquisito, ciò che accade quando il pilota diventa a sua volta un passeggero è un orizzonte ancora tutto da esplorare», argomenta il designer.
Uno sguardo al passato
All’impostazione tradizionale, un’audacia tipologica nell’era delle crossover, sottende tuttavia la modernissima peculiarità tecnica del passo variabile di 25 centimetri, che permette di viaggiare su un’agile scoperta adatta alle curve (da pilotare manualmente) o una granturismo senza capote assai versata per il comfort (e interamente affidata all’elettronica). Lichte tiene però a sottolineare come «la grande ricerca tecnologica non rende affatto la Skysphere, benché assolutamente funzionante, vicina alla produzione: l’obiettivo resta evocare in una showcar l’anima delle tedesche del passato, naturalmente confezionata in un esterno del tutto privo di eccessi rétro e, quindi, senza tempo».
Lusso progressivo
Al contrario, la Grandsphere introdotta in settembre al Salone di Monaco potrebbe celare ulteriori sviluppi: «L’impronta a terra ricorda molto un’attuale A8, ma l’abitacolo, da cui siamo partiti nel progettare, si è trasformato in uno spazio flessibile e altamente accogliente. Un’idea di “lusso progressivo”, come diciamo qui, che prefigura molto dell’automobile di domani». Come se, in qualche modo, si accordasse di spiare un frammento di futuro.
Relax opulento
Di sicuro sotto la generosa silhouette apparentata a una coupé a cinque porte, «ma costruita con rapporti fra i volumi che personalmente non avevo mai visto», si dispiega un rovesciamento dei canoni funzionali delle odierne ammiraglie, in cui la prima fila di sedili assume la maggior importanza (grazie all’assenza dell’autista) e può scorrere indietro definendo un ambiente di assoluto, opulento relax per i percorsi autonomi.
In attesa della terza concept per la città
In attesa della Urbansphere, più compatta e disegnata dal centro stile di Pechino (la Grandsphere nasce a Ingolstadt e la Skysphere a Malibu) non manca infine un’osservazione sui frontali: «Quando le auto si muoveranno da sole, invieranno messaggi ai pedoni attraverso un sistema di led, per cui i fari dovranno spiccare fra i molteplici impulsi luminosi. Ecco perché abbiamo studiato un grafismo “a pupilla” che presto approderà alla grande serie». Un’ultima sbirciatina sul futuro.
(Articolo completo in A&D n. 252)