Sorprendere con soluzioni inattese e rendere al tempo stesso subito riconoscibile uno dei modelli Kia di maggior successo in tutto il mondo. Il progetto della nuova Sportage ha richiesto un impegno particolare, cui i team di design della Casa coreana hanno risposto forti una cultura del design maturata negli anni e cresciuta di pari passo con la notorietà del marchio e la qualità unanimemente riconosciuta dei suoi prodotti. Per comprendere quanto proficua sia stata questa evoluzione nonché il ruolo chiave della Sportage nella gamma del brand coreano, ne ripercorriamo la storia insieme a Gregory Guillaume, capo del Design di Kia Europe.
Le generazioni precedenti
La sua analisi parte dalla terza generazione del modello, tralasciando le prime due per focalizzarsi su quella che definisce «la prima Sportage dell’era moderna, quella lanciata nel 2010, fatta subito dopo l’arrivo di Peter Schreyer alla guida del design Kia». Una vera pietra miliare, prosegue Guillaume: «Ha segnato un cambiamento non solo per noi, ma per tutta l’industria, era la prima volta che un Suv di quel segmento era così sexy e dinamico». Quella terza generazione era stata disegnata dai design center Kia in California e Corea.
Il ruolo dell’Europa
La successiva, presentata nel 2015, ha invece preso forma in Europa: «È stata molto impegnativa da disegnare perché arrivavamo da un vero best seller. È come quando una band fa un primo album che diventa disco di platino, fare quello seguente è molto stressante dal punto di vista delle aspettative. La quarta generazione ha invece superato il successo della precedente, di cui avevamo voluto mantenere un certo numero di elementi per rendere il modello molto riconoscibile, soprattutto nella vista di profilo».
Nuova personalità
Ma i tempi cambiano, un semplice approccio evolutivo non bastava più. «Con quello che potremmo chiamare il nostro terzo album abbiamo deciso sin dall’inizio di andare oltre, staccandoci dalla generazione esistente. Volevamo tramandare soltanto il carattere complessivo del veicolo, che è quindi ancora una volta estremamente sportivo, dinamico, con una forte personalità. Ma non ritrovi nessun elemento di design precedente. È un animale tutto diverso», osserva Guillaume.
Il Tiger Nose si espande
Il risultato finale è l’espressione della filosofia di design Kia “Opposite United”, giocata su contrasti e tensioni per creare composizioni formali inattese e piacevolmente sorprendenti. Caratteristiche che non mancano certamente al frontale molto d’impatto, non più concepito per singoli componenti ma come inedito insieme di elementi. Il ruolo dominante spetta alla grande griglia nera dalla trama forte e decisa in cui si innestano i gruppi ottici con DRL a boomerang, mentre il Tiger Nose tipico del brand cessa di essere una cornice intorno alla calandra per spostarsi in alto e diventare un elemento flottante alla base del cofano.
Spazio da vivere
L’interno, disegnato in Corea del team di Jochen Paesen, Head of Kia Interior Design Group, è un ambiente d’avanguardia e hi-tech con una plancia ampia e sottile in cui predomina l’ampio schermo curvo affiancato dalle bocchette di ventilazione. I materiali – differenti per le diverse aree di geografiche – hanno giocato un ruolo chiave per il carattere della vettura, spiega Nathalie Bucher, designer CMF (Colour, Materials & Finishes) di Kia Europe: «Volevamo mantenere la “bold sportiness” della Sportage, ma il design interno va anche nella direzione dello spazio da vivere, quindi era molto importante creare un equilibrio, con un mix di materiali che esprimessero al tempo stesso forza e morbidezza.
(Articolo completo in A&D n. 253)