Per svolgere il tema libero che ha condotto a Nuvola, il Centro Stile Alfa Romeo ha scelto un coupé due posti secchi, ispirato ai canoni stilistici delle vetture della tradizione del marchio, ma interpretati con il gusto di oggi.
“Nuvola non è solo una vettura retrospettiva perché non vogliamo compiacerci troppo del passato, ma riprende molti elementi Alfa Romeo”, dice Walter de’ Silva. “L’unico “spigolo” presente, che percorre la fiancata, ricorda la GT disegnata da Bertone, il lunotto basso la Giulietta Sprint”.
II primi disegni concettuali mostrano una vettura ancora sovraccarica, che va via viadefinendosi in una forma più “pulita”, priva di appendici inutili. Cominciano ben
presto a prendere corpo le volumetrie definitive in cui sono già identificate le “gemme” dei gruppi ottici, in seguito tutti realizzati – anteriori e posteriori – con diodi luminosi.
La vista frontale presenta tre coppie di fari circolari scorporate dai “baffi” delle prese d’aria che affiancano il classico scudetto (stilema che Alfa Romeo riserva alle sportive); le griglie sono a nido d’ape, come negli anni Cinquanta. La cupola del padiglione è stretta sulle spalle molto larghe del corpo vettura, mentre il lunotto scende sulla coda bassa lasciando vedere l’abitacolo.
Il cofano anteriore è lungo ed ampio ed ospita, in posizione arretrata il motore V6 di 2500 cm3 con due turbocompressori. Lo sviluppo della vettura è avvenuto in tempi molto rapidi. Dai bozzetti sono stati realizzati i tradizionali piani di forma e le assonometrie, ma eseguiti al computer, a cui ha lavorato il designer tedesco Wolfgang Hegger, autore delle linee esterne insieme al capo progetto Carlo Giavazzi e al designer Filippo Perini.
Tutti i piani di forma sono stati sottoposti al vaglio dell’Innovazione, che ha lavorato in parallelo con il Centro Stile per assicurare che il progetto rispondesse a normative, esigenze di abitabilità, ecc. Per gli interni – a cui hanno lavorato in particolare Arcangelo Jeker e Daniele Masera – la fase di disegno manuale è stata praticamente saltata; la componentistica esistente è stata organizzata in modo razionale al computer per passare subito alla modellazione in excelite.
“La fase creativa e di sviluppo computerizzato è durata poco più di due mesi”, racconta Mario Favilla, assistente di de’ Silva. “In questo senso, Nuvola è stata anche un’esercitazione progettuale completa, per una vettura con le carte in regola per essere costruita”.
Alla fase di ideazione sono seguiti i modelli in scala 1:10 e 1:4 e il modello 1:1 di esterni e interni fresato dal Centro Stile, quindi la costruzione del prototipo negli atelier della Stola. Al primo sguardo, la Nuvola esposta sullo stand al salone ha sorpreso non solo per la bellezza delle forme, ma anche per il colore: tutti si aspettavano di trovare un’Alfa Romeo sportiva doverosamente rossa, come tradizione vuole.
Nuvola invece sembra tener fede al suo nome, elegante in un celeste metallizzato che sotto i riflettori assume sfumature svariate. Il racconto della scelta del colore è quasi un aneddoto, che coinvolge l’amministratore delegato del Gruppo Fiat: “Avevamo già preparato tutti i campioni delle varie sfumature di rosso ipotizzate per la vettura, quando l’ingegner Paolo Cantarella ci ha detto: “Scegliete il colore che preferite, purché questa volta non sia il rosso”. Ci ha colti di sorpresa, ma una visita al nostro museo e il suggerimento della signora Ruocco, nostra collaboratrice, ci hanno ricordato che il celeste è un altro colore importante della tradizione Alfa Romeo”.
“Sono stati cinque mesi felici, trascorsi a lavorare con passione giorno e notte”, conclude con soddisfazione Walter de’ Silva. “In un progetto così libero, il team è ancora più motivato. I giovani che assumiamo al nostro centro stile non devono essere soltanto dei bravi designer, ma soprattutto degli appassionati del marchio. Il lavoro di squadra fa il resto: l’Alfa Romeo è una passione contagiosa”.
L’articolo continua su Auto & Design n. 100