Dal pensiero alla materia. Dal foglio bianco all’industrializzazione. La Bertone ha ampliato da qualche mese la gamma di servizi offerti ai Costruttori di automobili dotandosi di una nuova struttura: la “Design Machine”.
Un nome ricco di significati e suggestioni che sintetizza l’ampliamento e la riorganizzazione delle strutture Stile Bertone e Tecnodesign, ovvero i poli creativo ed ingegneristico di un Gruppo che occupa nel suo complesso oltre 1500 persone nell’area torinese.
Un nome perfetto per l’avveniristico edificio adagiato nel verde delle colline di Caprie, alle porte di Torino, dove i recenti lavori hanno definito un’elegante appendice architettonica che aggiunge oltre 6000 metri quadrati alle strutture esistenti.
Ma che cosa è la Design Machine? Prendendo a prestito un termine caro agli economisti, potremmo definirla un “incubator”. In economia industriale, un “incubator” è quella sezione di un “parco tecnologico” (centro direzionale che raduna laboratori di ricerca, istituti di facoltà universitarie scientifiche e strutture di servizi alle imprese) dedicata alla nascita di nuove attività imprenditoriali.
Quando, passata la fase di gestazione, la neonata attività è in grado di reggersi sulle proprie gambe, lascia l’incubatrice per affrontare il mercato. Ebbene, la mentalità con cui è stata inventata la Design Machine, fortemente voluta dall’architetto Nuccio Bertone a sottolineare il continuo adeguamento alle più moderne tecniche di disegnazione computerizzata e fresatura automatica dei modelli, non è molto distante da quella degli “incubator” dei “parchi tecnologici”. Il concetto è quello di un processo di lavoro integrato, anche se distribuito per ragioni storiche e logistiche su centri operativi diversi.
A Caprie, Stile Bertone si occupa dell’impostazione stilistica, della fattibilità ingegneristica, della costruzione modelli e prototipi. A Torino, Tecnodesign si preoccupa dell’ingegneria di prodotto e processo fino ai livelli produttivi.
A Grugliasco, la Carrozzeria Bertone dispone di laboratori e di un centro costruzioni sperimentali per i prototipi che si affianca alle strutture esistenti a Caprie. L’iter progettuale di una nuova autovettura può essere così sviluppato seguendo ogni passo logico con risorse interne e con tecniche di project management finalizzate a contrarre i tempi di sviluppo.
Nel suo insieme, la Design Machine occupa oggi circa 200 addetti di grande esperienza con i quali il Cliente-Costruttore può sviluppare in piena libertà i nuovi prodotti. La fattibilità è garantita dall’essere non solo un design centre, ma anche un polo produttivo certificato ISO9001 (l’unico in Italia).
Design Machine è espressione di moderne strutture concepite e realizzate per garantire la massima riservatezza e versatilità. Uffici, atelier e officine sono collocate in locali separati da porte scorrevoli, che si chiudono e si aprono elettronicamente con carte codificate, simili alle carte di credito.
Il perché è semplice: alla Design Machine la riservatezza regna sovrana. Clienti diversi, magari ospiti contemporaneamente, desiderano mantenere la giusta segretezza sui lavori in corso. E neppure i dipendenti della Bertone, se non autorizzati, hanno libero accesso ai locali.
Questa soluzione permette ai costruttori di partecipare in prima persona al progetto, seguendo direttamente tutte le fasi che portano alla nascita di un nuovo modello. Una parte delle strutture della Machine Design può essere affidata al personale del cliente per un certo periodo di tempo.
Ma la Design Machine lavora come consuetudine sul cahier des charges fornito dal cliente, al quale in questo caso mette a disposizione un complesso di specialisti con ampia esperienza di lavoro nello stile, nella progettazione di prodotto e di processo, nella conoscenza delle tecnologie e delle possibilità dei nuovi materiali, al fine di coprire tutto l’iter progettuale della nuova automobile. Le nuove aree prevedono modellerie autonome con l’attrezzatura necessaria per sviluppare i modelli e collegamenti interni con le aree ufficio soprastanti, vere e proprie “scatole” indipendenti che rappresentano una soluzione concreta ai problemi di riservatezza e che offrono al cliente la possibilità di insediare i suoi resident engineers nelle co-location sempre più richieste sui progetti di grandi dimensioni.
A corollario di queste “design box” si trovano poi le attività che possono essere utilizzate come service centralizzato, quali ad esempio la fresatura CAM a 5 assi, la battitura lamiera, la verniciatura, la finizione e la sellatura.
L’impostazione architettonica e logistica appare al visitatore come scaturita dall’esperienza, per offrire presupposti interessanti anche per quell’attività che viene oggi definita come “On Job Training”, attività sempre più richiesta dai Paesi emergenti che da poco hanno intrapreso la strada del progetto auto (pensiero immediato va ad esempio alla Cina) e che prevede la disponibilità di spazi dedicati all’addestramento operativo ai tecnici stranieri su mestieri ad elevato know-how durante l’intero corso di sviluppo progettuale.
“Naturalmente, prosegue Piatti, nella gamma dei servizi offerti dalla Design Machine, il più assoluto riserbo è una costante: possiamo fornire consulenze specifiche anche senza fare apparire il marchio Bertone, qualora il cliente lo richieda. Inoltre, la Design Machine copre anche tutti quei settori di attività definiti complementari alla progettazione di una nuova vettura, ma in realtà indispensabili per la sua nascita. Un esempio per tutti: la costruzione di prototipi funzionanti già realizzati con attrezzature di stampaggio semidefinitive”.
Anche per quanto riguarda l’industrial design, la Design Machine ha sviluppato le proprie valenze progettuali in modo da coprire l’intero arco di attività che caratterizzano la gestazione di un nuovo prodotto.
Il Centro Stile Bertone ha sempre creduto che solo l’assoluta indipendenza da ogni gruppo industriale e la possibilità di essere messi alla prova su argomenti diversi, fosse la via giusta da seguire per una società moderna ed evoluta di design, attribuendo a questo termine il suo significato più ampio di progetto globale.
“Il fattibile e il fascino -afferma Piatti- sono la maggiore preoccupazione del design. Il lavoro del designer è elaborare idee e tradurle in fatti concreti. In questo senso, il know-how automobilistico ha ancora molto da dire in termini di stile, ingegneria, ergonomia, funzionalità, impiego di materiali alternativi per un prodotto finale che non nasca dalla mano o dall’intuizione di un genio isolato. Ma che sia, al contrario, il risultato logico di una progettazione di squadra, che consideri anche il processo, gli studi di fattibilità, la sperimentazione su prototipi e la conoscenza delle tecnologie più evolute quali il CAD, il CAS e il CAM”.
L’industrial design rappresenta oggi per la Design Machine circa il 5 per cento del fatturato. Una percentuale inevitabilmente destinata a crescere, dietro alla quale si cela uno slancio creativo vitale per la nostra azienda, un necessario complemento per non limitarci ad una monocultura esclusivamente indirizzata al car-design”.
In termini di fatturato e di utile di gestione i risultati della Design Machine, il cui capitale sociale è sottoscritto nella sua totalità dalla famiglia Bertone, confermano la validità della formula organizzativa adottata e la qualità delle lavorazioni eseguite in termini di stile, progettazione tecnica e tecnologica. Il fatturato preventivato per il 1997 si attesta intorno ai 25-30 miliardi di Lire.
L’articolo continua su Auto & Design n. 103