Mettere su famiglia è sempre un’impresa laboriosa e impegnativa, soprattutto se si desidera una famiglia numerosa.
Succede anche nel mondo dell’automobile, come hanno sperimentato in prima persona i designer Opel con il progetto della nuova Astra: non un semplice modello con un paio di varianti di carrozzeria, ma una gamma declinata in una serie di tipologie nettamente differenti tra loro – berlina a 3, 4 e 5 porte, station wagon, monovolume e, in arrivo, coupé e cabriolet – da sviluppare sulla stessa base comune.
Quella che si distingue maggiormente dal gruppo di famiglia è la monovolume Zafira – più cugina che sorella delle Astra – e non soltanto per il nome diverso che porta. Il pianale d’origine è stato modificato per aumentare il passo di 90 mm (per un totale di 2694 mm), ed anche le carreggiate risultano incrementate: dai 1485/1460 mm della Astra ai 1470/1487 della monovolume.
Il progetto della Zafira è stato condotto dal team che si occupa di disegno avanzato e di veicoli commerciali leggeri, guidato da Rainer Schmidt. Un dipartimento distaccato – anche come sede fisica – dal Technical Center che ospita il Design Opel, dove sono invece state concepite e sviluppate le altre versioni.
Nata e cresciuta con il nome di Monocab – ideato e utilizzato dai designer finché il marketing non ha battezzato Zafira il prodotto finito – la monovolume compatta ha preso forma nei primi disegni all’inizio del 1994, a meno di un anno di distanza dall’avvio del progetto Astra.
Il briefing prevedeva la realizzazione di un abitacolo spazioso in cui fosse integrato un sistema di sedute intelligenti per consentire la configurazione a 7 posti. “Volevamo un design funzionale, attraente ed elegante, non un veicolo da Star Trek”, racconta Rainer Schmidt.
Le proposte iniziali si sono ben presto concretizzate in 20 modellini in scala 1:3, utilizzati per dei clinic test che hanno portato alla scelta dei due temi principali, fresati in modelli 1:1. La scelta del design definitivo si è focalizzata su una forma semplice e armoniosa, in linea con lo stile delle più recenti creazioni Opel e dell’Astra in particolare.
“Ci siamo preoccupati di ottenere delle buone proporzioni anche dal punto di vista dell’impatto visivo”, prosegue Schmidt.
“Non volevamo disegnare un veicolo troppo alto e stretto, quindi abbiamo introdotto dei tratti orizzontali, come la linea di cintura e la modanatura di protezione che avvolge tutto il perimetro, inclusi gli archi dei passaruote. Questa fascia protettiva fa sembrare il corpo vettura più allungato e costituisce allo stesso tempo un elemento funzionale. Non dimentichiamo che si tratta di un veicolo pratico, ideato per l’uso quotidiano”.
L’articolo continua su Auto & Design n. 116