“Giriamo pagina. Per la vettura più estrema di Ferrari, da cui trarranno ispirazione gli altri futuri modelli della gamma, il messaggio deve essere forte, innovativo, coraggioso”. Con un briefing di progetto così, assegnato dal presidente Luca Cordero di Montezemolo alla Pininfarina per creare la nuova supercar del Cavallino, il risultato non poteva che tradursi in una vettura del tutto fuori dall’ordinario.
“Questo non era – spiega il direttore generale del Design Pininfarina Lorenzo Ramaciotti – un progetto come tutti gli altri. Montezemolo ci aveva dato un tema preciso, spiegandoci che arrivando in Ferrari aveva trovato delle vetture poco utilizzabili, rumorose, difficili da guidare. Il suo impegno aveva reso i modelli seguenti più “automobili”, con maggiore comfort di guida, più spazio interno, ed era dunque tempo di ribadire e presidiare l’aspetto prestazionale: con la Enzo dovevamo insomma ritornare a una sportività più “dura e pura””.
L’ispirazione F1 sulla Enzo è ben evidente, specie nel piccolo “naso” sollevato e appuntito a cui si raccordano gli spoiler che sottolineano le prese d’aria. L’impronta da sportiva doveva connotare anche l’interno. Le ipotesi principali erano due, una con una plancia di tipo tradizionale, l’altra – quella prescelta – concepita secondo una destrutturazione dei componenti; una traversa centrale in estruso di alluminio attraversa la parte anteriore e una serie di elementi si sussegue nei punti di utilizzo.
Le linee estreme, sia esterne che interne, della Enzo non sono però solo un esercizio destinato a una produzione limitata. “E’ un’auto che esprime le tendenze più attuali – conclude Ramaciotti – con le forme dettate dalle esigenze aerodinamiche delle vetture da corsa. Le prossime Ferrari saranno così, con linee e spigoli più marcati”.
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