La macchine per il caffè espresso, oggetti italiani per nascita e design, e i protagonisti che hanno contribuito a renderle “pezzi d’autore”. Alberto Bassi ricorda alcuni passaggi della storia di questo elettrodomestico, dal lavoro di Gio Ponti che creò l’inconfondibile Lilliput per l’azienda Pavoni; alla Faema E61, progetto mirabile dell’ufficio tecnico del marchio destinato a un utilizzo professionale; alla Baby Gaggia disegnata da Makio Hasuike nel 1973, semplice ed essenziale; passando per l’architettonica Caffè concerto di Luca Meda per Girmi, un parallelepipedo aperto al centro dall’incavo dove collocare la tazza, fino alla Z8 e Z9 che Marco Zanuso disegnò nel 1971 per Rancilio.

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Proprio in occasione dei 75 anni della storica azienda produttrice di macchine per caffè fondata da Roberto Rancilio, è appena uscito l’interessante volume scritto da Isabella Amaduzzi e Luca Rancilio. Una celebrazione ma anche un’attenta analisi dei modelli che hanno fatto la storia di questo rito tutto italiano. Il progetto grafico di “Rancilio e le sue macchine” è stato seguito dallo studio di Michele De Lucchi e curato personalmente da Angelo Micheli, che al suo attivo ha anche diversi progetti proprio in tema di macchine da caffè. Portano infatti la sua firma le Insolite di Nescafé, oltre che le macchine disegnate per Rehavendors, azienda tedesca produttrice di grandi macchine distributrici di caffè.

L’affascinante storia di questi elettrodomestici è ben documentata e riccamente illustrata anche su www.espressomadeinitaly.com (da cui sono tratte le foto storiche che illustrano l’articolo).

L’articolo continua su Auto & Design n. 144

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