Come fare una Ypsilon a cinque porte in tempi record e con costi di sviluppo contenuti? Questo in sintesi il briefing che i designer Lancia si sono assegnati e da cui è nata la Musa, vettura non prevista in origine e, come sottolinea Humberto Rodriguez, coordinatore del design Fiat/Lancia “scaturita da una nostra proposta interna, non da una richiesta dei tecnici”.
Il progetto è stato guidato da Flavio Manzoni, all’epoca responsabile del Centro Stile Lancia, passato alcuni mesi fa alla direzione del Centro Stile Fiat. Lo ha sostituito Marco Tencone, già chief designer degli esterni della Musa: “Derivare una vettura mantenendo molte parti carry over non è mai facile. Vedendo la fiancata dell’Idea però abbiamo notato subito che si prestava a una caratterizzazione Lancia”.
Ciò che si apprezza maggiormente nel risultato ottenuto è la profonda coerenza, sia come vettura a sè, elegante e ben proporzionata, sia con i canoni formali Lancia. “Ci sono veicoli derivati che appaiono come delle forzature e altri che sembrano subito riuscire bene”, osserva ancora Tencone.
Anche Humbero Rodriguez è molto soddisfatto: “L’esercizio è riuscito al punto che molti ci hanno detto che non si capisce più tra Idea e Musa quale sia la vettura originale e quale la derivata. Per noi è un bel complimento”.
Anche l’interno si avvantaggia dell’ottima base offerta dall’Idea. “Abbiamo trovato la strumentazione in posizione centrale – racconta Tencone – proprio come avevamo già noi sulla Ypsilon, quindi si è lavorato sulla grafica degli strumenti e su elementi come il volante e il pomello del cambio”.
“Questa vettura dimostra che, grazie a un buon design, con poco si può fare molto. In futuro si vedranno molti altri modelli nati così, anche se non possiamo parlarne adesso”, conclude Humberto Rodriguez.
L’articolo continua su Auto & Design n. 148