Nel numero che segue la chiusura degli anni accademici, Auto & Design dedica ampio spazio alle scuole di design dell’automobile, da cui ogni anno, dopo la prova della tesi a tema, escono nuovi giovani professionisti pronti a bussare alla porta dei centri design di tutto il mondo.
Sono cinque le scuole trattate, con la consueta illustrazione del briefing generale fornito agli studenti e di ogni singolo progetto. Dalla grande libertà del presupposto “L’auto che non c’è”, tema sviluppato dai ragazzi dell’Istituto d’Arte Applicata e Design di Torino in collaborazione con Fiat, alla domanda, molto precisa, posta ai ragazzi della Scuola Politecnica di Design di Milano: “Quale futuro immaginare per l’Alfa Romeo 147, unica rappresentante del marchio nel segmento C?”.
A metà fra tradizione e futuro, Jaguar ha affiancato gli studenti dell’Istituto Europeo di Design di Torino chiedendo loro di immaginare “The missing Jag”, ovvero il modello in grado di avvicinare il marchio a un pubblico più giovane e di creare un nuovo tipo di veicolo.
Molta libertà e creatività hanno potuto esprimere i dodici neo-designer del Master in Transportation Design dell’Elisava di Barcellona, cui è stato affidato il tema “Tecniche della mobilità”, indipendente da un singolo marchio e dunque piuttosto ampio. A chiudere il viaggio nelle scuole europee e nell’avvenire del design è ancora una domanda dalle molteplici risposte: l’interrogativo “Qual è il futuro del trasporto?”, tema di una conversazione tra Salvatore Cacciatore (Chief designer Fiat Auto Advanced Design-Concept Lab) e David Ahmad (Tutor del Vehicle Design Department), ha dato origine al progetto del Royal College of Art di Londra incentrato sul transportation design che ha visto impegnati ventisette studenti di diversi dipartimenti del College.
L’articolo continua su Auto & Design n. 148