Da poco meno di sei mesi la Lamborghini può contare su un Centro Stile interno all’azienda, con un piccolo team cui sono affidati lo studio e lo sviluppo delle dream car del marchio. A dirigerlo è il designer belga Luc Donckerwolcke, arrivato sei anni fa a Sant’Agata bolognese dopo l’acquisizione della Lamborghini da parte del gruppo Audi. Silvia Baruffaldi lo ha incontrato per commentare con lui gli ambienti della nuova struttura e il lavoro, attuale e futuro, cui essa è destinata.
Il team per ora si compone di cinque persone, compresi una segretaria e lo stesso Donckerwolke, che spiega: «Preferisco avere una squadra molto unita che cresce lentamente, in modo integrato. E’ fondamentale la cultura di relazione: nonostante lo stress e le tempistiche, ciascuno apporta le proprie conoscenze ed esperienze, aiutando il centro stile a crescere in armonia». L’attività creativa nel nuovo centro stile non manca, inclusa l’ipotesi di veicoli che al momento non esistono nella gamma del Toro. «Siamo impegnati su sei progetti, tutti a stadi differenti», prosegue Donckerwolke, «dal livello concettuale a vetture ormai quasi finite».
Non sorprende che Donckerwolke trascorra quasi tutto il tempo con i designer intorno al grande tavolo centrale anziché nel suo ufficio adiacente, un prisma triangolare in vetro che aggetta sulla sala di presentazione dei modelli. Bianco, nero, alluminio sono i colori che dominano nel Centro Stile, un ambiente che prende luce anche dall’alto. Il suo direttore non ha voluto la controsoffittatura, le strutture sono a vista: «perché nascondere la tecnica, quando può essere un fattore estetico? Per me l’essenza della Lamborghini stessa è l’interazione tra tecnica ed estetica, dove l’estetica non è un trucco ma un aspetto onesto, funzionale».
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