Il prototipo della Volvo C30 anticipa il modello di serie omonimo che farà il suo debutto pubblico al Mondial de l’Automobile di Parigi il prossimo autunno. Il capo del design degli esterni Fedde Talsma spiega il brief per questa piccola di casa Volvo: «Avrebbe potuto essere una tre volumi a cinque porte, un’utilitaria o una sportiva, ma la parola chiave era: emozione. Non doveva essere diversa solo in lunghezza».
Sportività e dinamicità erano prerequisiti irrinunciabili, ma come dare loro una forma concreta? Soprattutto le proporzioni erano impegnative perché era necessario mantenere il passo ruote di 255 cm della S40 e della V50. Spiega Simon Lamarre, responsabile del design degli esterni della nuova vettura: «Le ruote sono agli angoli della vettura dietro a sbalzi anteriori e posteriori più corti. Con i gruppi ottici più verticali e la calandra più grande, lo sbalzo anteriore ridotto risalta con maggiore evidenza. Globalmente la C30 è 23 cm più corta della S40 e della V50».
L’andamento cuneiforme pronunciato esalta anche l’impressione di una linea del tetto più bassa e discendente senza compromettere l’altezza posteriore. Prosegue Talsma: «In realtà, gli occupanti hanno maggiore spazio per la testa grazie ai sedili posteriori riposizionati verso il centro della vettura e leggermente abbassati». Questa soluzione e il grande portellone in vetro conferiscono alla C30 molta trasparenza: «I passeggeri seduti dietro hanno anche una visuale migliore di ciò che succede davanti a loro». Il portellone vetrato richiama alla mente le classiche station wagon sportive Volvo 1800 ES degli anni Settanta e Ottanta, ma non si può certo definire retrò. «No, la C30 non è sentimentale, ma emotiva. Imparare dal passato e mettere a frutto le buone idee non è certamente un atteggiamento retrogrado» precisa Lamarre.
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