Non un tema preconfezionato, ma un problema da risolvere: pensate a un’esigenza di mobilità futura, quindi formulate una risposta. Con questo approccio concettuale e non soggetto a vincoli restrittivi, Renault ha chiesto agli studenti del corso di transportation design dell’Istituto d’Arte Applicata e Design di Torino (IAAD) di disegnare “My first Reanult”, veicolo da collocare in una dimensione temporale futura.
Un tema in apparenza libero, ma in realtà saldamente sottoposto alla filosofia progettuale del marchio francese, che allo scopo ha delegato alcuni direttori del suo Design Industriel a seguire i giovani. «Dopo un approccio esplorativo alla fine del 2005, siamo partiti con il progetto nel gennaio di quest’anno», racconta Luciano Bove, design manager Espace e membro del Comité Ecoles Design Renault.
Prima tappa del percorso, il workshop tenuto da Louis Morasse, direttore del design per i Veicoli Commerciali e Industriali. Quindi, Bove, Morasse e Fabio Filippini (all’epoca Direttore del Design Renault Parigi, oggi della Gamma M1), hanno seguito i lavori con visite periodiche allo IAAD, dove gli studenti venivano inoltre assistiti da due designer Renault, Massimo Barbieri e Stephane Maiore.
L’obbiettivo era di selezionare almeno quattro progetti per realizzarne il modello in scala 1:5. Gli studenti sapevano inoltre che ci sarebbe stata una presentazione finale a Parigi con i vertici del Design Renault, e che l’autore del progetto ritenuto più interessante sarebbe stato prescelto per uno stage. Il totale dei progetti si presenta variegato per tipologia: si va da alcuni coupé sportivi, ad un mezzo di locomozione a due ruote da ripiegare e portare a tracolla; da un veicolo modulabile per trasporto merci e consegne urbane, a una capsula monoposto.
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