La nuova Opel Meriva non è semplicemente un modello della prossima generazione. La Meriva originale era un progetto in tono minore dal potenziale sconosciuto, quasi un esperimento nel segmento dei minivan piccoli europei, destinato a servire anche il mercato brasiliano. Si era trattato infatti di uno sviluppo congiunto tra Opel Germania e GM do Brasil, basato su un’architettura a pianale ibrido che utilizzava i sottosistemi Corsa e Astra.
Eppure la Meriva ha funzionato ed è diventata leader di segmento in Europa, principalmente per merito dei sedili posteriori flessibili, nonostante il suo design poco ispiratore. Per questo il brief della nuova Meriva è stato quasi ovvio: creare una vettura con una funzionalità ancor più flessibile e conferirle maggiore carattere: ecco in breve in cosa consiste la nuova vettura.
La Meriva poggia sul pianale più grande della Zafira, che ha consentito ai designer e ai tecnici del packaging un passo ruote più lungo di 1 cm (per un totale di 264 cm), interni più spaziosi, una migliore visibilità anteriore e anche ruote più grandi. La lunghezza globale è aumentata di ben 17 cm fino a 422 cm e la larghezza è passata da 171,5 a 176 cm.
Il montante A è riposizionato e angolato diversamente; ha anche sezione ridotta e consente l’installazione più avanzata delle cerniere delle porte anteriori, che migliora la geometria di abbassamento dei finestrini. Queste modifiche hanno contribuito a una maggiore visibilità anteriore e laterale, non ultimo in quanto il quadro portastrumenti è stato abbassato di almeno 80 mm.
L’articolo continua su Auto & Design n. 181
