La notizia ha iniziato a circolare a poche settimane dal salone di Ginevra: Alfa Romeo avrebbe presentato una concept car, di cui però non si è voluta svelare alcuna immagine prima del debutto sullo stand. «Tenerla segreta sino a quel momento non è stato un problema, semplicemente la vettura non esisteva ancora», dice il responsabile del design Alfa Romeo, Marco Tencone, ricordano insieme ai suoi designer gli intensi tre mesi che hanno portato alla realizzazione della 4C, ultimata la sera prima del salone, trasportata da Torino nottetempo e giunta a destinazione poche ore prima dell’apertura del Palexpo alla stampa.

Tre mesi di attività incessante, dunque, che hanno coinvolto in particolare il responsabile del design degli esterni Alfa, Ernest Salvi del Pero, e i designer Alessandro Maccolini (che ha seguito tutto il progetto e a cui si deve il tema esterno), Ramon Ginah per l’interno e Danila Giordano per i colori e materiali. L’idea di fare una coupé compatta a due posti con motore centrale per il marchio sportivo di Fiat Group Automobiles in realtà era nell’aria già da un certo tempo, spiega Tencone: «C’erano degli studi di layout fatti dal Centro Ricerche Fiat e delle nostre prefigurazioni stilistiche, con due ipotesi realizzate in modellini in scala 3:8 che abbiamo presentato nel novembre scorso. Sono stati accolti con entusiasmo dal management, tanto da decidere di derivare una concept car per Ginevra da una delle proposte».

Alla base, il telaio in fibra di carbonio progettato da Dallara – simile, ma non identico, a quello su cui è costruita la KTM X-Bow, di fatto una “moto a quattro ruote”. «Ci siamo attenuti alle matema-tiche di quel telaio sin dalla fase dei modellini», dice Maccolini, autore di quello prescelto, «proprio per proporre un oggetto fattibile. Il layout è stato fondamentale. La vettura è fatta di volumi necessari, come la coda volutamente carica vista la presenza del motore posteriore trasversale, con le dovute prese d’aria. Poi ci sono dei segni molto forti, specie sull’anteriore, come le linee a V dello scudetto che accennano a proseguire in fiancata. Il tema delle nervature marcate l’avevamo esplorato in parte anche sulla Giulietta, con i tratti che sembrano generati da una struttura che “spinge” la pelle della superficie segnando il volume».

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