Con la nuova Sport, la gamma Range Rover è ora completa. «E’ una delle nostre tre famiglie di modelli, quella focalizzata sul lusso», spiega il direttore del design Land Rover Gerry McGovern, citando anche gli altri due pilastri del marchio, i veicoli leisure, cui appartiene il Discovery, e dual purpose, con il Defender.
«Quando siamo partiti con il progetto per la nuova Range Rover abbiamo definito subito anche la Sport, che doveva avere un suo carattere individuale pur risultando molto coerente nel linguaggio formale», racconta. (…) Pur avendo conosciuto un buon successo (380mila esemplari venduti dal lancio, nel 2005), la prima Range Rover Sport era vissuta un po’ all’ombra della Range Rover, di cui oltretutto non era nemmeno un vero derivato: sebbene ne portasse il nome era basata su un pianale diverso, quello della Discovery, mentre ora si aprivano le nuove possibilità offerte dalla piattaforma PLA -Premium Lightweight Architecture di Jaguar-Land Rover. (…)

Rispetto alla precedente, la nuova vettura risulta così riproporzionata, con il passo incrementato nonostante la lunghezza totale sia leggermente diminuita. La cabina si è allungata mentre è aumentata la sproporzione vetro-lamiera nella vista in fiancata, fattori che, con il baricentro più basso, creano una silhouette assai più dinamica. Il montante anteriore converge verso il centro della ruota e l’angolazione più accentuata del parabrezza, insieme al tetto più inclinato, partecipa ad un coefficiente aerodinamico di 0,34, migliorato dell’otto per cento rispetto al modello precedente. «Tutto il look è più deciso, ma al tempo stesso più rilassato, agile», commenta McGovern. (…)
La Sport mantiene però tutti gli stilemi inconfondibili della gamma: il tetto flottante ottenuto per effetto del trattamento nero lucido dei montanti, la linea di cintura continua, il cofano a conchiglia, più alcuni tratti peculiari del modello come il classico tema a due barre nelle feritoie sui parafanghi (…) L’anteriore e la coda prediligono le linee orizzontali, fatto ben evidente nella calandra sottile, dotata di alette attive, sul cui bordo si innestano i fari.
«Naturalmente, così come la nuova Range Rover anche la Sport ha una relazione estetico-formale con la Evoque, che è parte integrante della famiglia», prosegue McGovern citando uno dei maggiori successi del marchio in questi ultimi anni. «L’Evoque è la vettura che ha cambiato il nostro approccio al prodotto, mettendo il design al centro». (…)

Il salto generazionale si manifesta con eguale importanza nell’abitacolo, dove una console angolata, meno verticale, va ad intersecare la plancia secondo un disegno a T. «Prima gli interni erano piuttosto rettilinei, un po’ rigidi ed economici nell’aspetto complessivo. Con il facelift del 2010 li avevamo migliorati e in quell’occasione abbiamo deciso un netto cambiamento per la futura generazione. Dovevano essere adatti a un nuovo veicolo più sofisticato, raffinato, un gioiello di architettura», racconta ancora McGovern. L’attenzione si è focalizzata sul posto di guida, arricchito in fatto di qualità del disegno e dei materiali ma alleggerito in quanto a complessità, con il numero di comandi e pulsanti quasi dimezzato. (…)
Per rendere l’abitacolo ancora più moderno e dinamico sono stati scelti alcuni rivestimenti ed elementi di finitura dal look tecnico, come gli inserti in vero metallo. Non meno autentici sono il legno, le pelli e le impunture artigianali che impreziosiscono l’ambiente. Non va dimenticato che il posizionamento della vettura si è elevato e la Sport fa parte della gamma dei prodotti di vertice Land Rover. (…)

L’articolo continua su Auto & Design n. 199