Basta sentirne pronunciare il nome e il pensiero corre subito alla Ducati Scrambler degli Anni Settanta. Una moto nata sulla base della prima versione del 1962 – sviluppata appositamente per l’utenza americana – che ha rapidamente conquistato il pubblico per il centrato mix fra estetica, godibilità, anticonformismo in sintonia con i tempi. Un autentico simbolo, il cui ritorno sulla scena è stato più volte reclamato dagli appassionati dopo l’uscita di produzione nel 1975.
Desiderio oggi esaudito, con la nuova Scrambler che eredita tutta la personalità della sua antenata e che nasce già “speciale”. Per la sua gestione, è stato infatti creato all’interno di Ducati una Scrambler Brand Unit guidata da Mario Alvisi: un gruppo di lavoro che, dopo avere partecipato allo sviluppo stilistico e tecnico, è ora impegnato a costruire un “mondo Scrambler”, che racchiude aree di vendita specifiche, linee di abbigliamento, accessori. «Non una semplice moto – spiega Mario Alvisi – ma un autentico movimento culturale che si inserisce in un momento in cui il mercato motociclistico chiede prodotti essenziali, curati nel dettaglio e agevolmente personalizzabili».
«L’idea di una nuova Scrambler – spiega Gianadrea Fabbro, Chief Designer Ducati Motor Holding – risale al 2004 e a più riprese si è trasformata in proposte; la svolta è arrivata nel 2011, con la precisa volontà di rimettere in strada questo modello». «Lo sviluppo – racconta Julien Clement, Designer Ducati Motor Holding e responsabile del progetto Scrambler – è partito ufficialmente nello stesso anno con i primi schizzi dello stile e con un brief preciso: la moto non doveva essere “vintage”, ma un prodotto contemporaneo nella tecnica e nelle prestazioni, in grado di recuperare tutta l’essenza del modello storico. Questo ci ha spinti a immaginare che la Scrambler non fosse mai uscita di produzione e la nostra fosse il frutto di una evoluzione continua».
«Tutto il lavoro di sviluppo – spiega Gianadrea Fabbro – è stato condiviso anche da Walter de Silva che ha elargito preziosi consigli». «Grande attenzione – precisa Julien Clement – è stata rivolta al concetto di personalizzazione, elaborando una base minimalista, in grado di accogliere agevolmente parti speciali per trasformarsi in un pezzo unico, ma sempre rispettoso della sua filosofia».
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