Disegnare la quinta generazione di una vettura come la Seat Ibiza, modello di grande successo da oltre trent’anni, rappresenta necessariamente una grande sfida nonché una responsabilità nei confronti di tutta l’azienda. Aspetti che renderebbero il compito di per sé già assai impegnativo, ma per Alejandro Mesonero quel progetto avviato alla fine del 2013 comportava, in aggiunta, delle implicazioni sentimentali. «La mia prima vettura in assoluto è stata un’Ibiza, bianca, perché era il colore disponibile in quel momento in concessionaria e io la volevo subito. Avevo 18 anni e possedere un’auto così era la realizzazione di un sogno», racconta il direttore del design Seat.
Oltre a fare tesoro dell’eredità delle quattro generazioni precedenti, il punto di partenza per il nuovo design è stato il linguaggio formale della Leon, capostipite del nuovo corso estetico della gamma Seat, di cui la Ibiza doveva costituire un ulteriore passo evolutivo. «Leon e Ibiza esprimono ovviamente due caratteri diversi», puntualizza Mesonero, «la prima è più matura, raffinata, mentre la Ibiza vuole essere “disruptive”, lo si vede nei dettagli e nel numero più elevato di tratti che abbiamo utilizzato rispetto al passato. Ma è un insieme armonioso, dove le linee sono ben bilanciate e non entrano mai in conflitto tra di loro».
L’armonia e la forza dinamica sono ancora una volta dettate dalle proporzioni, un aspetto che Mesonero considera fondamentale per ogni bella vettura e ancor più per quello che definisce «l’approccio latino al design, per ottenere una vettura “sana” nella sua postura, con una forte presenza su strada, nostro obbiettivo primario. Abbiamo speso molto tempo ad affinare l’equilibro della vista laterale, dal posizionamento delle ruote agli sbalzi, all’altezza complessiva». Osservando l’Ibiza di fianco si nota inoltre l’abitacolo spostato un po’ più indietro, percepibile dall’angolo leggermente negativo con cui si chiude la coda,che ne guadagna così in agilità.
Anche i blister, quei segni in rilievo che scolpiscono la fiancata, sono stati oggetto di accurata rivisitazione. «Sono un nostro forte segno distintivo e abbiamo voluto trovare un nuovo linguaggio formale per reinterpretarli in maniera inedita», prosegue Mesonero. «Sono diventati più orizzontali, più decisi. Abbiamo esteso quello più lungo e accorciato quello posteriore, che va ad innestarsi nel gruppo ottico dove ritorna poi in avanti rafforzando l’immagine di compattezza e robustezza».
Per l’interno non ci sono stati dubbi sui target da perseguire. Due in particolare: la possibilità di personalizzazione mediante il colore e la connettività. Dal mix dei due è nato l’ampio inserto decorativo che attraversa tutta la plancia, fungendo anche da cornice per lo schermo centrale da 8”. Può riprendere il colore dell’esterno e si presta ad essere realizzata in materiali differenti. «La suddivisione in orizzontale della plancia ci ha consentito anche di rispondere ad un altro obbiettivo, quello di eliminare ogni aspetto di pesantezza visiva nonostante l’abitacolo sia cresciuto di dimensioni», spiega ancora Mesonero.
Le misure interne ottimizzate a fronte delle mutate proporzioni – la nuova Ibiza è più corta di 2 mm e più bassa di 1 mm rispetto alla precedente, ma è più larga di 87 mm – sono anche merito dell’adozione della piattaforma inedita MQB A0, condivisa dai marchi del gruppo Volkswagen e al suo debutto assoluto proprio con la Ibiza. Un vantaggio in termini di flessibilità ed efficienza del packaging: «E’ stato come vestire una modella dal fisico ideale», dice Mesonero, che non nasconde di essere stato però molto esigente con il suo team in fatto di attenzione maniacale per la definizione di ogni millimetro di superficie, esterna e interna.