Come può un’automobile apportare etica alla mobilità quotidiana coniugando in modo armonico i bisogni della società attuale con il rispetto per la natura? «Attraverso un approccio che tenga conto dei bisogni dell’utente, del packaging, dello stile, dell’aerodinamica e della fattibilità», afferma Lowie Vermeersch, fondatore e Direttore Creativo di Granstudio che con il suo team ha lavorato allo sviluppo della Lightyear One, la prima vettura ad energia solare che si affaccia sul mercato.

Lightyear One Granstudio

«Siamo entrati in contatto con il mondo dei veicoli ad energia solare alcuni anni fa, quando abbiamo dato il nostro supporto stilistico ad un team di studenti dell’università di Eindhoven che ha vinto il World Solar Challenge. E’ proprio dall’intraprendenza di alcuni di loro che è nata la start up olandese Lightyear e il concetto di quest’auto», racconta.

«Lavorare a questo progetto è stata una sfida difficile, ma molto stimolante. Si trattava di sviluppare una vettura attraente per una famiglia di cinque persone che integrasse nel tetto ben 5mq di pannelli solari. Un compito impegnativo – sorride Vermeersch – perché l’aerodinamica richiede convergenza nelle linee, mentre i pannelli solari, per loro natura, impongono parallelismo».

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«La chiave è stata rendere la vettura capace di un’efficienza energetica mai vista prima in questa categoria, con un Cx sotto lo 0,20, concentrando l’attenzione sui valori di aerodinamica e peso, gli stessi parametri fondamentali che il nostro studio mette in campo nello sviluppo di vetture ad alte prestazioni come la Dallara Stradale», aggiunge Lowie Vermeersch.

Lightyear One Granstudio

Grazie alla sinergia nata con i progettisti di Lightyear, il team di Granstudio ha saputo coniugare le proprie competenze di “performance design” con i valori del neonato marchio olandese identificati dal loro Brand Design Chief Koen Van Ham. Concetti quali la libertà di utilizzo (la vettura si carica in modo autonomo e permette di viaggiare anche dove l’infrastruttura elettrica è assente) e l’usabilità, nonché la volontà di creare un modello positivo legato all’auto, hanno guidato il progetto.

Lightyear One Granstudio

«Già dai primi sketch, la parola “explorer” è stata spesso associata al concetto. Un’idea che si è tradotta nell’impostazione della One, poi sviluppata interamente in virtuale, fatta eccezione per il modello fisico di verifica ergonomica», racconta Virgilio Fernandez Hernandez, Chief Designer del progetto per Granstudio. Nella prima fase del progetto, il responsabile del “package & proportion model” – un modello 3D “olistico” che crea una sintesi iniziale fra gli aspetti estetici e i contenuti tecnici ed ergonomici – era Goran Popovic, Chief Designer.

Lightyear One Granstudio

Durante la prima fase di lavoro in cui il Chief Designer Goran Popovic era responsabile dell’impostazione del design, la creazione di un modello 3D “olistico“ ha permesso di visualizzare una sintesi fra gli aspetti estetici e i contenuti tecnici ed ergonomici del progetto. «In quel momento abbiamo sperimentato diverse soluzioni per il profilo, ma la quota di superficie occupata dai pannelli solari ci ha condotto verso una silhouette dalla coda lunga che abbiamo accorciato visivamente inserendo le parti più scure nella zona inferiore della fiancata e nel posteriore, regalando inoltre alla vettura un aspetto più robusto, in linea con il concetto di esplorazione e libertà», racconta ancora Vermeersch.

 (Articolo completo in A&D n. 239)