C’è un che di romantico nel più recente e futuristico concept della Hyundai, con più di un pizzico di “ritorno al futuro”. A cominciare dal nome, Hyundai N Vision 74, come vedremo in seguito attraverso la testimonianza di SangYup Lee, responsabile del design della casa coreana. Diciamolo subito: è una supercar di cui non è ancora prevista la produzione, per ora è definita dai suoi designer «un laboratorio su quattro ruote». È comprensibile: si tratta di un’ibrida FC, cioè con fuel cell. A idrogeno, insomma. Riprendiamo il suo nome. N sta per il marchio nato sette anni fa e che caratterizza le Hyundai ad alte prestazioni, un po’ come AMG sta a Mercedes. La spiegazione di quel numero 74 viene direttamente da Lee: «Il suo design futuristico riflette il rispetto e l’apprezzamento che abbiamo per la dedizione e la passione riversate nel concept della Pony Coupé». Un concept, va subito detto, che Hyundai decise di non produrre in serie. Nasce qui il collegamento romantico con quel numero 74.
Quel legame con Giorgetto Giugiaro
«E’ la storia della nostra identità e del nostro Dna», prosegue Lee. «Il ’74 è l’anno in cui è nata la Pony, la prima vettura indipendente nata in Corea. Era anche l’anno in cui debuttava la prima serie della Volkswagen Golf, di profilo molto simile alla Pony. Nessun mistero: entrambi i modelli erano stati disegnati dal maestro Giorgetto Giugiaro, in quello che era e resta il più funzionale design di monoscocca, erede della filosofia di design della Bauhaus. Se l’attuale Golf e la nostra Ioniq 5 si assomigliano è perché sono eredi di quelle due antenate».
La scoperta del piano di forma
Più recentemente i designer Hyundai hanno ritrovato negli archivi un piano di forma della Pony Coupé. La data, 18 febbraio 1977: la dimostrazione che il progetto non era stato subito abbandonato. Emerse chiaramente che il fondatore di Hyundai, Chung Ju-Yung, convinto che una vettura ad alte prestazioni fosse essenziale nello sviluppo di un marchio internazionale, aveva commissionato a Giugiaro non una ma due vetture. Se poi non se ne fece niente fu per l’opposizione del reparto vendite, per qualche limitazione tecnica, forse anche per un freno politico nella Corea che stava rigorosamente avviando il suo sviluppo.
Dalla Pony Coupé alla N Vision 74
Passano gli anni e nel 1981, sette anni dopo quel salone di Torino, nasce l’iconica DeLorean DMC12. Molto simile – quasi identica, dice qualcuno – alla Pony Coupé. «Per forza», sorride Lee: «Anche questa disegnata da Giugiaro. La vettura che non avevamo potuto produrre, ora nata con un altro marchio». Lo stesso Giugiaro avrebbe in seguito ammesso che la Pony Coupé era stata la più grande fonte d’ispirazione per la DeLorean.
Dalla Pony Coupé alla DeLorean alla N Vision 74, che non è solo un omaggio ai tempi passati ma una belva stradale. Lunga 4,95 metri, larga 1,99 e alta 1,33, con un passo di 2,90, ha l’aspetto e la sostanza di una granturismo premium, con due motori elettrici che erogano una potenza di 500 kW (680 CV), una velocità massima di oltre 250 km/h e un’autonomia di almeno 600 chilometri.
Somiglianza straordinaria
La somiglianza con le sue antenate è straordinaria, ma aggiornata come dimostrano per esempio le fiancate tagliate e spigolose, i rigonfiamenti laterali o i pixel parametrici dei gruppi ottici, o ancora l’alettone posteriore, per non parlare degli interni reinterpretati in chiave di relax totale, con un posto di guida driver-oriented che fonde particolari heritage con design moderno. Restano uguali, tuttavia, elementi come le proporzioni dinamiche del profilo e l’angolazione del montante B, con qualche tocco anche del concept N 2025 Vision Gran Turismo, presentato nel 2015 con il lancio del marchio N. Soprattutto resta intatto lo spirito – quasi pionieristico – della Pony Coupé. Lee, che ha personalmente disegnato gli esterni, se ne è fatto garante.
Laboratorio di idee
Come banco di prova per il futuro dell’idrogeno e delle sue ambizioni di alte prestazioni Hyundai è riuscita a fondere la tecnologia più avanzata con un momento iconico del design di quasi cinquant’anni fa. Resta da vedere se oggi questa visione del futuro elettrico avrà miglior sorte, in termini di produzione, della Coupé di allora. Sicuramente ne ha i numeri: nelle intenzioni di Hyundai ha una spettacolare tenuta di strada, è pronta a gareggiare su qualsiasi circuito e va anche bene per andare a comperare il latte. Senza versarlo, si spera.
(Articolo completo in A&D n. 257)