«Sette anni dopo aver reso Genesis un marchio autonomo, abbiamo su strada sei modelli, e almeno altri sei debutteranno dal 2025 per il nuovo portfolio di vetture elettriche e stiamo espandendo la capacità perché le richieste superano la produzione. Non avevamo immaginato così tanto successo». Luc Donckerwolke ha più di un motivo per essere soddisfatto, non ultima la sua recente promozione a Presidente, carica che va ad aggiungersi al ruolo di Chief Creative Officer di Hyundai Motor Group che lo vede a capo del design Hyundai, Kia e naturalmente Genesis, dove ha appena completato la Trilogia di concept car elettriche create per connotare la nuova identità formale del marchio.
Definire una nuova filosofia stilistica
L’arrivo di Donckerwolke al gruppo coreano, nel 2016, si intreccia proprio con l’elevazione a brand autonomo di Genesis, limitato all’epoca alle berline premium Hyundai destinate al mercato interno e agli Stati Uniti. «Come prima cosa, abbiamo definito la nuova filosofia di design Athletic Elegance per distinguere chiaramente Genesis dalla Fluidic Sculpture di Hyundai», spiega Donckerwolke. «Sapevamo che era necessario espandere la gamma dei Suv per rendere più profittevole, e anche più emozionale, il marchio Genesis, sino ad allora associato solo alle limousine business e al rapporto qualità-prezzo». Nascono così due affascinati concept car, Essentia e Mint (svelate a New York nel 2018 e 2019).
Il momento giusto
«Con quei progetti abbiamo iniziato a generare un piano preciso per comunicare il Dna del marchio in modo più emozionale, ma forse era troppo presto perché non riflettevano la realtà dei prodotti che stavamo vendendo. Ora secondo me è il momento». Il momento è rappresentato dalla Trilogia inaugurata dalla Genesis X Concept nel 2021 e completata lo scorso anno dalla X Speedium Coupe Concept e la X Convertible. «Abbiamo in gamma vetture che esprimono l’Athletic, con la sportività dei nostri Suv e berline, e l’Elegance con l’ammiraglia del brand G90 e con la G80. Possiamo guardare oltre l’attuale portfolio. Per questo è nato il coupé X Concept e l’apprezzamento è stato così travolgente che abbiamo deciso di proseguire. La X Speedium Coupé deriva da un processo molto breve, ho abbozzato un disegno e ho detto a Sangyup Lee (Design Executive Vice President Hyundai, N.d.R.) “facciamone una shooting brake”».
Fiducia nel design
I modelli della Trilogia condividono la rapidità con cui sono stati realizzati. «Possiamo andare così veloci grazie alla fiducia del nostro CEO e dei vertici aziendali, credono nel design e rendono le cose possibili anche nell’ambito di processi complessi. In alcune aziende la sola approvazione di un progetto richiede più tempo di quanto ne impieghiamo noi per realizzarlo», osserva Donckerwolke. Ed è proprio da un suggerimento di Jaehoon Chang, Presidente e Ceo di Hyundai Motor Company, che è nata la X Convertible Concept. «Eravamo a New York dove era stata appena presentata la X Speedium Coupe e mi ha chiesto: “te la immagineresti convertibile?”. Ci siamo messi al lavoro immediatamente».
Data Driven Design
La Trilogia è inoltre l’espressione dei tre pilastri del design Genesis che Donckerwolke si è impegnato a costruire dal suo arrivo nel 2016: il design team (che conta oggi circa 90 persone suddivise nei tre studi di Namyang in Corea, Irvine in California e Offenbach in Germania); i processi digitali (DDD, ovvero data-driven-design) e il Dna del design del marchio. «Ci voleva un volto distintivo: la Crest Grille generata dal logo centrale, che si estende con due ali, ciascuna definita da una doppia linea, dando origine alle Quad Lights che abbiamo iniziato ad inserire anche posteriormente. Sin dall’inizio abbiamo scelto di essere molto omogenei nel design, come deve essere per un brand premium. Le Two Lines sono diventate così il nostro motivo identitario, un po’ come le tre strisce per Adidas o lo “swoosh” Nike. Lo abbiamo ripreso anche all’interno, sia nell’impostazione a due strati, sia nei dettagli come le bocchette di ventilazione. Nell’abitacolo abbiamo applicato il principio “The Beauty of White Space”: la-sciar respirare i singoli elementi, non creare competizione tra loro».
Seguire i maestri
Anche l’architettura dei veicoli Genesis è identitaria. Ruote grandi, sbalzo anteriore ridotto e posteriore più esteso per generare dinamismo, ampia distanza plancia-assale e un profilo del tetto molto curato. «Negli Anni 80 i maestri italiani come Giugiaro e Bertone hanno iniziato ad usare la forma a cuneo, molto dinamica, ma molti brand hanno poi portato questa impostazione all’estremo. Ritengo che fosse ora di tornare a qualcosa di più classico ed elegante. Per me un motoscafo Riva su un lago è il miglior esempio di eleganza, così come certe Aston Martin e Jaguar storiche, o un’Alfa Romeo Duetto». Perché tutto parte sempre dalle proporzioni, che devono essere grandiose, gli elementi del disegno si aggiungono dopo, e pochi, raccomanda Luc Donckerwolke, che non dimentica di citare i suoi maestri di quando era all’Audi negli Anni 90: Hartmut Warkuss e il suo braccio destro Gerhard Pfefferle.
(Articolo completo in A&D n. 259)