Come riannodare i fili di un racconto ultracentenario? Dopo anni in cui Lancia si è contentata di galleggiare sulla superficie del mercato d’origine con la sola Ypsilon, l’intenzione di tornare all’internazionale ha reso il recupero della storia quanto mai urgente e delicato. «Abbiamo preso spunto dai concetti espressi a novembre con Lancia Pu+Ra Zero, dove Pura e Radicale sono parte del nostro DNA», spiega Jean-Pierre Ploué, capo del design Stellantis, nonché del design di Lancia. «In questi mesi l’abbiamo evoluta, integrando alcuni elementi che saranno in produzione, senza tradirne lo spirito incisivo. E citando, insieme, diverse pietre miliari del passato».
Dialogo tra le epoche
Il dialogo fra epoche si fa subito assai stimolante. Se sulle prime appaiono espliciti i richiami a Stratos (i gruppi ottici posteriori circolari) e Flaminia Coupé (il cui storico Azzurro Vincennes echeggia nell’odierno Progressive Green), il nome configura un altrettanto puntuale riferimento a una variante della Beta (con la E dell’originale High Performance Estate reinterpretata in Electric) da cui viene idealmente ripreso, peraltro, il trattamento a listelli orizzontali del montante posteriore. Tale soluzione, che la Casa definisce «struttura frangisole a veneziana», dimostra già una rilettura poco scontata di segni espressivi d’altri tempi. Ma Ploué stupisce davvero quando argomenta: «I geometrismi sul corpo vettura, a partire dal tema del cerchio, si ispirano all’architettura italiana neoclassica, alle forme elementari ed eleganti, all’armonia delle proporzioni».
Richiami al mito
Sebbene nell’oblò sul padiglione lampeggi uno scambio di codici con la celebre plancia della Trevi di Mario Bellini (1980) o i finestrini del prototipo Sibilo di Bertone (1978), l’insistenza sui motivi puliti trova origine anche «nella volontà di differenziarsi nettamente dal marchio DS. Nel marchio francese si avverte un senso di sofisticazione, quasi l’auto assuma un portamento altero, mentre qui cercavamo la “raffinatezza senza sforzo”, la classe scaturita dall’assenza di sovrastrutture, lo stile puro e radicale, appunto». L’esterno intellettuale, poi, incapsula un abitacolo in cui trionfa il rapporto organico fra le parti, a partire dal contributo dell’eccellenza dell’arredamento Cassina.
Colori e materiali
«Raramente ho lavorato su un progetto così coerente». racconta Rossella Guasco, che dopo una lunga esperienza nel color&materials del Gruppo oggi ne è vice presidente. «Tutto si amalgama: dai sedili in un velluto ocra con certificazione ecologica, ai rivestimenti in polvere di marmo Mar/more capaci di un’incredibile leggerezza, al legno sostenibile Tabu della collezione Biodiversity, alla pelle nabuk scamosciata e conciata senza cromo da Poltrona Frau, fino ai tavolini in acetato dell’azienda Mazzucchelli. Per giunta, il 70 percento di ciò che si può toccare è riciclato».
Eclettismo e interior design
Ne deriva un quadro «eclettico» per definizione della Casa, che indulge nella contaminazione e in un generale «home feeling» completo di tappeto in lana. Interessante come tale tentativo di compenetrare il comfort Lancia con le tendenze “domestiche” degli abitacoli moderni non inquini, fortunatamente, i riferimenti automobilistici: i bellissimi sedili anteriori, per esempio, mimano lo schienale delle poltrone Maralunga del produttore di mobili comasco, ma ricordano al contempo gli oblunghi poggiatesta e il layout complessivo della stessa Beta HPE.
Anticipazioni dei modelli del futuro
«Tanti dettagli interni si ritroveranno direttamente nella Nuova Lancia Ypsilon del 2024», sorride intanto Ploué, che si spinge perfino a indicare i tavolini estraibili quali candidati alla produzione. E di seguito: il tessuto delle sedute, l’assenza di finiture cromate, la plancia di foggia semicircolare (priva però di parti mobili) e, per la prima volta nel Gruppo, l’infotainment S.A.L.A. munito delle funzioni predittive Chamaleon e TAPE.
(Articolo completo in A&D n. 261)