«Siamo qui per creare sogni, stimolare i sensi: diamo forma all’adrenalina». Visitare il Centro Stile Lamborghini è sempre un’esperienza avvincente e l’entusiasmo di Mitja Borkert risulta puntualmente contagioso. Ci accoglie nella sala di presentazione e ci racconta la genesi della Temerario che risale al 2016, anno in cui lui è arrivato alla direzione del Design Lamborghini.
La genesi
Il primo progetto cui ha lavorato con il suo team, racconta, è stato quello della Revuelto, la V12 al top della gamma: «Dovevamo però pensare anche al successore della Huracán, più piccola, garantendo la massima differenziazione tra le due vetture a cominciare soprattutto dal passo, da cui deriva la size impression e che abbiamo definito con i nostri ingegneri. La Temerario non aveva ancora un nome a quell’epoca e non era disegnata in dettaglio, ma abbiamo realizzato un modello di proporzioni che è stato sempre accanto alla nascente Revuelto».
Un nuovo linguaggio di design
Due supercar con missioni diverse, l’una del lignaggio di Countach, Diablo, Murcielago e Aventador, l’altra più “giovane”, erede di Gallardo e Huracán, ma questa volta «interamente Lamborghini sino all’ultima vite», dice Borkert. La Temerario è infatti costruita su un inedito telaio spaceframe in alluminio ad alta resistenza. Per una vettura progettata da foglio bianco ci voleva quindi un nuovo linguaggio di design, «ma inconfondibile», puntualizza subito Borkert, «mi attengo sempre alla strategia che ho dichiarato appena arrivato in azienda: ogni Lamborghini deve essere chiaramente una “Lambo” e incorporare il Dna del marchio, ma deve avere in sé anche l’inaspettato».
I segni simbolici: esagono e Y
Nel Dna del marchio c’è la storia delle Lamborghini supersportive a motore centrale posteriore. Le proporzioni giocano come sempre il ruolo primario, con la silhouette della Countach – a cuneo, con un picco al centro – a fare da base a delle grafiche forti connotate in particolare dall’esagono, qui ben presente nelle luci di coda e nei terminali di scarico. L’esagono è uno dei segni più simbolici e duraturi del design Lamborghini, un riferimento a modelli storici come il concept Marzal, e da cui deriva, per elisione, il segno ad Y impiegato soprattutto nell’ultimo decennio, ne sono un esempio i fari della Revuelto.
“Feel like a Pilot”
Gli interni seguono la strada tracciata dalla Revuelto con la filosofia “Feel like a Pilot”, progettati con grande attenzione all’abitabilità e in particolare all’headroom: «E’ una sportiva che si guida anche in pista con il casco, un punto cruciale perché i designer vogliono sempre che una Lamborghini sia più bassa possibile. Abbiamo quindi scalato tutte le proporzioni per alzare il tetto e ottenere la Temerario perfetta».
Una gamma di oltre 400 colori
La posizione di seduta risulta comunque decisamente bassa, in un ambiente caratterizzato da una plancia leggera impreziosita da elementi iconici. Ancora una volta predomina, dai comandi alle bocchette di ventilazione, l’esagono. Non meno importate è il contributo dell’Art & Color Atelier, il dipartimento del centro stile che si occupa di materiali e colori. E a proposito di questi ultimi, il programma Ad Personam ne offre oltre 400, «siamo i maghi del colore», scherza Borkert, che con il suo team ama spaziare anche ad altri settori quando ce n’è l’opportunità. Lamborghini è cresciuta molto negli ultimi vent’anni, ci sono collaborazioni prestigiose come lo yacht Lamborghini 63 realizzato con Tecnomar e la moto Ducati Streetfighter V4 Lamborghini.
(Articolo completo su A&D n. 269)