Quattro anni sembrano pochi per disegnare un’auto immortale, ma quando le matite sono quelle di Flavio Manzoni e del suo team allora tutto diventa possibile. La Ferrari F80 esprime al meglio il concetto di polivalenza: è, insieme, un’auto, un prodotto super tecnologico e un oggetto di culto per gli appassionati che in tutto il mondo guardano al Cavallino come riferimento. «Credo sia una delle Ferrari che meglio esprimono il concetto di forma che abbraccia la funzione: qui non c’è stile, ma tutto ciò che è funzionale ricerca la bellezza», spiega Flavio Manzoni.
Aeronautica avanguardista
«Questa volta siamo andati oltre: abbiamo soverchiato i nostri codici e creato qualcosa di unico che superasse i canoni estetici tipici delle vetture e si riferisse al futurismo, alla velocità, all’eleganza. Per consentire questo passaggio ci siamo allontanati dai classici tratti umani per avvicinarci a quelli dell’aeronautica più avanguardista».
Insomma, difficile non rimanere impressionati da questa vettura anche solo per il peso dell’eredità che raccoglie.
Aerodinamica e leggerezza
Al centro del progetto la leggerezza e l’aerodinamica per trasformare i flussi d’aria in pesi che schiacciano a terra la Rossa quando sfreccia a 350 all’ora. Per ciascun comparto sono stati utilizzati materiali diversi: cellula e tetto sono in fibra di carbonio e materiali compositi, mentre i sottotelai anteriore e posteriore sono in alluminio e fissati con viti in titanio. La scocca è in fibra di carbonio, mentre il cofano è caratterizzato da un S-Duct, elemento fisso che integra i due parafanghi anteriori. Il gioco tra il materiale composito scuro e il colore della carrozzeria esalta le forme e alleggerisce visivamente la parte inferiore donando al modello vitalità anche quando è fermo.
Frontale meno romantico ma più sofisticato
Il frontale riprende l’impostazione del visore nero che contiene i fari inaugurata dalla 12Cilindri: «È un tratto caratteristico dei nostri nuovi modelli – spiega Manzoni –. Volevamo evitare il tipico effetto antropomorfo per il quale i fari sembrano occhi, la griglia una bocca. L’effetto forse è meno romantico ma più sofisticato e il risultato è più moderno, futuristico e semplice».
Scultura in movimento
Un’unica linea tesa attraversa il fianco cingendo i vetri e arriva dritta al posteriore caratterizzato da una coda tronca sormontata da uno spoiler. Due le configurazioni possibili: nella prima l’ala è chiusa, quasi appoggiata sulla coda, nella seconda è sollevata. «Abbiamo deciso di non adottare l’ala fissa, come sulle F40 o F50. Credo che il risultato sia molto elegante, non troppo esagerato». L’apertura laterale in stile NACA, citazione della F40, definisce uno dei temi di stile più originali della fiancata.
Una monoposto per due
Per gli interni il team di design era partito con un’idea estrema. «Volevamo una monoposto per il suo stile unico e doti tecniche davvero speciali. Le ragioni commerciali però ci hanno fermato. Come ottenere, quindi, una monoposto a due posti?», sorride Manzoni, mentre indica l’abitacolo. «Il miracolo è avvenuto sfalsando i due sedili: abbiamo risparmiato 50 millimetri in larghezza riducendo la sezione frontale». Due posti, ma il pilota resta protagonista: il cockpit si sviluppa intorno al guidatore e così i comandi presenti nell’abitacolo sono orientati verso chi è al volante.
(Articolo completo su A&D n. 270)